di Patrizia Proietti, segreteria regionale Prc
La scuola è il luogo in cui i ragazzi esercitano il loro diritto all’istruzione ma anche il loro diritto alla cittadinanza. Una società che guarda al futuro dovrebbe investire nella scuola che formerà e renderà liberi i suoi figli. In Italia, invece, abbiamo assistito a un indebolimento della percezione collettiva del ruolo della scuola pubblica, conseguito attraverso una costante opera di svilimento e di denigrazione dei lavoratori della scuola e dei lavoratori pubblici in generale che, a lungo andare, ha determinato un vero e proprio indebolimento del ruolo sociale della scuola.
Quello a cui stiamo assistendo è il tentativo di “uccidere” la scuola pubblica, la scuola della collegialità, della complessità, dell’uguaglianza per sostituirla con un modello di formazione che sfornerà l’intellighenzia di domani selezionata in base al reddito. Il crimine viene perpetrato attraverso amputazioni di organici e risorse finanziarie.
A livello nazionale si prevedono la riduzione delle risorse destinate alla scuola pubblica per ben 8 miliardi di euro in 3 anni e tagli di 42mila docenti e 15mila ATA. In Umbria, il taglio ha riguardato 570 docenti e 220 unità di personale Ata. Inoltre, non sono stati riconfermati gli incarichi annuali a 294 insegnanti e a 180 tecnico-amministrativi e le supplenze brevi verranno drasticamente ridotte.
Il diritto al lavoro è il diritto fondativo della nostra Repubblica. Ottenere o mantenere un posto di lavoro è dunque un diritto primario. E per esercitare questo diritto, i precari e i disoccupati della scuola così come gli altri lavoratori espulsi dal mondo del lavoro stanno giustamente lottando. E noi siamo e saremo sempre al loro fianco.
In un contesto sociale in cui la crisi economica ormai dilagante incrementa di giorno in giorno la disoccupazione e rende strutturale la precarietà del lavoro, è importante ribadire e dare sostanza a un ulteriore diritto: il diritto all’inclusione sociale.
In questa prospettiva si inserisce la proposta del capogruppo di Rifondazione comunista Stefano Vinti di istituire in Umbria un reddito sociale a favore di inoccupati, disoccupati e lavoratori precari pari a 7mila euro l’anno, cui si affiancano eventuali ulteriori prestazioni, come contributi al pagamento di forniture di servizi pubblici o al pagamento dell’affitto, la gratuità dei libri di testo scolastici, la riduzione delle tariffe di trasporto pubblico urbano ed extraurbano e l’agevolazione nella fruizione di attività culturali, ricreative o sportive.
I requisiti previsti sono: essere disoccupati e residenti in Umbria da almeno due anni, avere un reddito precedente non superiore a 8.000 euro, risultare iscritti ai centri per l’impiego e non aver maturato diritti alla pensione.
Non si tratta di prevedere assistenza sociale in nome dell’accettazione della precarietà, della flessibilità e della disoccupazione cui il mondo globalizzato ci sta abituando: si tratta di introdurre, come avviene negli altri paesi europei, una forma di garanzia che renda possibile una vita dignitosa a tutti e che espliciti e realizzi il concetto di solidarietà sociale e di uguaglianza. L’introduzione del reddito sociale può fungere da leva per contrastare l’espoliazione dei diritti e delle risorse che il governo sta portando avanti e può rappresentare un sostegno reale e simbolico ai cittadini in difficoltà.
Venerdì 9 ottobre, alle ore 10, a Palazzo Cesaroni ci sarà una pubblica audizione con le associazioni del mondo economico e sociale. Una larga partecipazione può avvalorare i principi della proposta e fare pressione perché il Consiglio la adotti in tempi celeri.
Nella Regione Lazio è già legge; noi cosa stiamo aspettando?
Recent comments
12 years 18 weeks ago
12 years 18 weeks ago
12 years 18 weeks ago
12 years 18 weeks ago
12 years 18 weeks ago
12 years 18 weeks ago
12 years 18 weeks ago
12 years 18 weeks ago
12 years 18 weeks ago
12 years 18 weeks ago