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PERUGIA – “I dati contenuti nella Finanziaria del governo sono a dir poco allarmanti per tutto ciò che riguarda le politiche del lavoro e gli ammortizzatori sociali per la cassa integrazione” è l’affermazione dell’Assessore provinciale al lavoro, formazione e istruzione Giuliano Granocchia. “Per i primi si continua a non ampliare le risorse – sottolinea Granocchia - come se la crisi occupazionale non riguardasse il nostro paese. Per i secondi invece si rimanda semplicisticamente all’utilizzo di eventuali risorse non utilizzate nel corso del 2009. Le misure per gli ammortizzatori sociali, già inadeguate per i primi mesi della crisi, continueranno così ancora ad esserlo per tutto il corso del 2010. Una finanziaria inoltre che nega la questione della disoccupazione che riguarda centinaia di migliaia di persone in Italia e, come ha riportato il rapporto sull’occupazione dell’Umbria, nella nostra regione sono a rischio 15mila posti di lavoro. Chiedo al governo con quali strumenti, oltre che con quali risorse, pensa di intervenire, dal momento che gli enti locali hanno già visto ridursi in maniera consistente le risorse del Fondo sociale europeo destinate alla formazione e alle politiche attive del lavoro. Avremo quindi un 2010, se la Finanziaria dovesse rimanere tale e quale, completamente privo di strumenti per chi non ha un’occupazione o chi non rientra nella cassa integrazione in deroga. Se non si attiva ora il salario sociale presente in gran parte dei paesi europei, quando si pensa di sostenere i redditi per rilanciare i consumi delle famiglie italiane? Quando parlo di reddito sociale mi riferisco non solamente ai lavoratori dipendenti, ma anche alle migliaia di artigiani, di liberi professionisti (tra questi tanti giovani del popolo delle partite Iva) che stanno perdendo il proprio lavoro e che non rientrano in nessuno strumento tra quelli previsti come ammortizzatore sociale. Per questo mi auguro che la Finanziaria presentata sia solo una trovata del ministro Tremonti e non un serio strumento di governo del paese”. Condividi