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di Nicola Bossi La presunta arma del delitto non convince. Dopo l'affondo nell'udienza scorsa del caso Meredith Kercher del consulente dell'accusa che ha parlato di "compatibilità ma non di certezze", oggi tocca la difesa continuare a battere su quel coltello di 17 centimetri sequestrato a casa di Raffaele Sollecito nel lontano ormai inverno del 2007. Walter Patumi, medico legale e consulente difesa Amanda, ha ribadito che il coltello sequestrato non può aver provocato le ferite che sono state inferte alla ragazza inglese. "La ferita più grande - spiega il medico legale - quella che con certezza ha portato alla morte Meredith, è stato il frutto di più colpi e appare certo che chi ha ucciso la ragazza lo ha fatto affondando tutta la lama. La ferita è profonda 8 centimetri mentre il coltello sequestrato a casa di Raffaele Sollecito ha una lama di 17 centimetri. Quindi non c'è compatibilità". Ma Patumi non si è soffermato solo su "ferita e coltello", ha studiato anche le tracce lasciate da un rapporto sessuale che Meredith avrebbe avuto prima di morire. "Le mie conclusioni sono che Meredith ha avuto un rapporto sessuale ma sotto forma di violenza": ha ribadito il medico legale. Un'analisi che per la difesa di Amanda e Raffaele fa mettere un altro tassello sulla strada del killer unico che porta a Rudy Guede. Condividi