Il consigliere provinciale Luca Baldelli (Prc-Se) si schiera contro lo sbarramento al 4% nelle elezioni regionali, provinciali e comunali e lo fa presentando un ordine del giorno al Consiglio provinciale in cui chiede che la Commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati respinga la proposta di legge n. 2669. “Una volta approvato dall’aula, lo stesso dovrà essere inviato ai Capigruppo delle forze politiche in Parlamento, ai componenti della Commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati, ai Presidenti ANCI ed UPI, al Presidente della Conferenza delle Regioni”. “Imporre una soglia minima di accesso come principio fondamentale del sistema di elezione dei consigli regionali – si legge nel testo - interferisce pesantemente con l’autonomia che l’art. 122 della Costituzione assegna alle regioni. L’introduzione di un medesimo sbarramento alle elezioni europee ha già determinato l’esclusione dalla rappresentanza parlamentare in Europa per milioni di italiani, pari al 13% degli elettori. La proposta di legge A. C. 2669 non giova affatto alla stabilità delle giunte in quanto le attuali leggi elettorali assicurano tutte consistenti premi di maggioranza che non consentono alle forze politiche minori di determinare la caduta degli esecutivi, ne sia prova il fatto che negli ultimi 5 anni nessuna giunta regionale è stata sfiduciata. Lo sbarramento al 4%, come per le elezioni europee, intacca il pluralismo democratico e limita la rappresentanza di milioni di italiani che non si riconoscono nelle attuali forze politiche presenti in Parlamento. La medesima soglia elettorale per i Comuni e le Province non tiene affatto conto della diversità di funzioni tra lo Stato e gli Enti locali e che l’autonomia delle istituzioni locali deve esplicarsi attraverso la rappresentanza in consiglio di ciascuna minoranza presente sui territori. In questo modo viene annullato il confronto in atto per la definizione del nuovo codice delle autonomie col paradosso di restringere la rappresentanza democratica nei comuni e nelle province senza aver deciso quale sia il ruolo fondamentale di tali enti nell’ambito del provvedimento sul federalismo. La proposta di legge - continua il testo - risulta ipocrita nel momento in cui, per le regioni, cancella dal diritto alla rappresentanza milioni di elettori, riconoscendo tuttavia agli stessi la possibilità di essere conteggiati nel calcolo delle preferenze ai “governatori”. La proposta è del tutto funzionale al rafforzamento degli esecutivi e degli assetti presidenzialistici ed a ridimensionare ancor più il ruolo delle assemblee elettive”. Condividi