di Nicola Bossi
Dietro il rischio usura ci potrebbe essere la lunga mano delle mafie che velocmente stanno mettendo radici anche nell'economia umbra. Il rischio e la conseguenza sono stati paventati dalla delegazione di imprenditori umbri che questa mattina hanno incontrato, per una audizione, i memnbri della commissione anti-mafia presieduta dal consigliere Paolo Baiardini e promossa dal capogruppo del Prc, Stefano Vinti. L'offerta di usura sta alla base della tecnica mafiosa adottata in Umbria per acquisire a basso prezzo piccole e medie aziende usate poi per il riciclaggio o per gare d'appalto truccate al Sud Italia.
Le associazioni regionali di categoria (Confartigianato, Confcommercio, Confindustria Umbria, Cna, Lega coop, Confesercenti, Camere di Commercio di Perugia e di Terni, Confapi e Agci Umbria) hanno tutte ribadito la necessità di tenere alta l’attenzione dell’intera società civile sul fenomeno, che rischia di accentuarsi in una situazione di crisi economica e finanziaria come quella attuale. E hanno concordato su appalti all'insegna delle trasparenza, senza briglie burocratiche ulteriori e sul conto bancario unico dove immettere i denari dei lavori d'appalto. Un modo questo per rintracciare più velocemente il denaro in caso di infltrazione mafiose.
l presidente della Commissione d’inchiesta, Paolo Baiardini, in apertura dei lavori ha detto l’iniziativa di questa mattina rientra nel programma di audizioni promosso dall’organismo consiliare: “L’obiettivo – ha spiegato – è quello di valutare il fenomeno delle infiltrazioni in Umbria della criminalità organizzata e di costruire con il concorso di tutti i soggetti interessati una risposta efficace, sia da un punto di vista normativo, per ciò che riguarda appalti e forniture pubbliche e per la trasparenza delle attività economiche, sia da un punto di vista più generale per informare e sensibilizzare l’intera società civile, rendendola impermeabile ai tentativi di intrusioni criminali”.
Baiardini ha poi ricordato che in Umbria le organizzazioni criminali non operano un controllo del territorio “che è saldamente in mano alle istituzioni”, ma che ciò non deve indurre a sottovalutare i problemi che si stanno producendo in alcuni settori delle attività economiche (ciclo rifiuti, commercio, acquisizioni ‘facili’ di aziende e imprese in difficoltà, appalti pubblici).
Sergio Bova (Confartigianato): “Si registrano, e sono in aumento a causa della crisi, fenomeni di ‘acquisti facili’ di imprese in crisi che, di contro non hanno agevole accesso al credito. Occorre che categorie e istituzioni assistano concretamente le aziende in difficoltà. È necessario sensibilizzare il complesso della società civile, perché abbiamo di fronte un problema di democrazia. Occorre poi un serio contrasto giudiziario dei fenomeni di inquinamento criminoso delle attività economiche”.
Giancarlo Acciaio (Confcommercio): “Abbiamo attivato un ‘punto di ascolto’ per la segnalazione dei fenomeni di inquinamento criminoso, senza peraltro raccogliere, pur garantendo l’anonimato, grossi risultati. Registriamo però con preoccupazione facili acquisizioni di leicenze e un turn-over ‘sospetto’ nell’ambulantato, con acquisto di attività a prezzi molto alti. Cresce la richiesta di credito di finanziamento da imprese in difficoltà, cui malgrado gli strumenti a disposizione non si riesce a far fronte per le difficoltà che si incontrano con gli istituti di credito”.
Aurelio Forcignanò (Confindustria Umbria): “Bene la Commissione, ma è urgente passare dalle parole ai fatti. Oggi, anche a causa della crisi, è più alto il rischio di infiltrazioni criminali: occorre perciò alzare la guardia e la soglia di attenzione. Ci preoccupano gli acquisti troppo facili di aziende in difficoltà e il flusso sospetto di denaro ‘cash’, a fronte di un mondo del credito che non da risposte efficaci alle aziende in difficoltà. Occorre trovare un comune modo di operare, tra le varie componenti istituzionali della società per garantire accesso alle informazioni, trasparenza e rigore negli appalti e per rendere più sano e produttivo il mercato. È necessaria inoltre una cabina di regia che permetta controlli realmente efficaci e accurati sulla qualità delle attività economiche”.
Paolo Arcelli (Cna): “Troppi acquisti ‘facili’ di imprese, con il sommerso che induce a fenomeni distorsivi. Occorrono nuove iniziative per far ‘emergere’ le attività economiche, come pure sono necessari i controlli rigorosi e incrociati sui settori economici a rischio: servizi pubblici, rifiuti, commercio, sanità. Bisogna accentuare le iniziative confidi e piccoli prestiti per sostenere le imprese in difficoltà. Un problema va rilevato nell’accesso ‘troppo facile’ alle professioni indotto dalla deregulation attuata che svalorizza e squalifica il lavoro, aprendo la strada a fenomeni negativi. Necessario aggiornare il ‘controllo sociale’, coinvolgendo tutti i soggetti individuali e collettivi della comunità regionale”.
Catiuscia Marini (Lega Coop): “La Lega, che ha promosso tra gli altri l’associazione ‘Libera’, da tempo è impegnata sul fronte del contrasto alla criminalità economica. Operiamo un serio e accurato controllo sulla natura e qualità delle imprese, attraverso regole interne rigorose. La regola degli appalti ‘al massimo ribasso’ non è l’unico problema perché la normativa attuale, europea e nazionale, non permette di accertare natura e qualità delle imprese, permettendo così di introdurre possibili elementi di illegalità. La documentazione antimafia, a questo proposito, pur utile, non consente tuttavia una valutazione ‘sostanziale’ tale da garantire sulla reale ‘affidabilità’ di un’azienda che concorre a un appalto”.
Guido Perosino (Confapi): “Bene l’iniziativa della Commissione, ancor più in una situazione di crisi come questa. Non abbiamo informazioni precise sul fenomeno, ma registriamo la sensazione di una situazione ‘difficile’. Siamo impegnati in un’opera di informazione e sensibilizzazione dei nostri associati. Sentiamo l’esigenza di una banca dati precisa che ci dia il quadro reale della situazione umbra, per poter attivare azioni ancora più incisive. La Commissione dovrebbe coinvolgere altri soggetti ‘chiave’ come la Fondazione ‘Umbria contro l’usura’, e il Gruppo di lavoro regionale sulla crisi di impresa che ha rilevato negative percezioni del fenomeno delle infiltrazioni criminali in regione”.
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