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Acs) Perugia, 24 settembre 2009 – La proposta del capogruppo di Rifondazione comunista Stefano Vinti, di istituire in Umbria un reddito sociale, pari a 7.000 euro annui più alcuni servizi a costi agevolati, a favore di: disoccupati, precari e inoccupati, è stata esaminata dalla terza Commissione consiliare che ha deciso, alla unanimità, di sottoporre l’atto ad una pubblica una audizione con le associazioni di categoria del mondo economico e sociale, venerdì 9 ottobre alle ore 10, a Palazzo Cesaroni. Subito dopo questo incontro, ha precisato il presidente della Commissione Enzo Ronca, verrà sentita la Giunta sulla reale possibilità di favorire l’iter di approvazione del provvedimento e sulla ipotesi di finanziarlo con 4 milioni di euro da sottrarre al fondo regionale per lo sviluppo delle attività produttive, come prevede la proposta illustrata oggi dal capogruppo di Rifondazione comunista. Spiegando ragioni e contenuti dell’atto, Vinti ha tenuto a precisare che la proposta, “nasce in un momento di forte crisi economica che vede aumentare la disoccupazione e, invece di far uscire il mondo del lavoro da quella flessibilità ritenuta transitoria e di trasformazione del sistema produttivo mondiale, rende ormai stabile la precarietà del lavoro”. Quattro le condizioni previste per accedere al futuro reddito sociale, “che già altre Regioni italiane hanno istituito”: essere disoccupati e residenti in Umbria da almeno due anni; risultare iscritti ai centri per l’impiego, dimostrando così di cercare realmente un lavoro; avere un reddito precedente non superiore agli 8mila euro; non aver maturato diritti alla pensione. Per Vinti, “è indispensabile garantire un diritto al reddito che ormai assicurano tutti i paesi sviluppati del mondo, ad eccezione di Italia e Spagna, anche perché servirebbe in questa fase di stagnazione a rilanciare i consumi, presupposto indispensabile per far ripartire l’economia”. A suo giudizio c’è anche un dato tutto umbro a giustificare il ricorso al reddito sociale: “La crisi del sistema comporterà nella nostra regione un aumento della cassa integrazione e guadagni stimato in più 15 per cento, mentre dai 10 ai 15mila lavoratori perderanno l’attuale salario, e il fenomeno non interesserà solo i dipendenti, ma anche gli autonomi”. Condividi