di Daniele Bovi
Bravi i consiglieri regionali che hanno deciso di rimanere in 30 nella massima assise dell’Umbria. Cattivi, molto cattivi, quelli che hanno pensato un paio di punti della legge elettorale attualmente in discussione: ossia la reintroduzione del listino e il metodo di assegnazione dei resti. Punti che, se rimanssero tali, metterebbero in seria discussione la costituzione delle alleanze. È il pensiero dell’Idv umbra espresso per bocca del suo fiduciario umbro Paolo Brutti questa mattina durante una conferenza stampa che si è tenuta in Provincia.
“E che il Pd e il Pdl vogliono prendersi tutto il cucuzzaro in compagnia di qualche compagno di merende?” si chiede l’ex senatore diessino. A Brutti e all’Idv, insomma, non piace proprio il listino che uscito dalla porta all’inizio della discussione sulla legge, sembra ora essere rientrato dalla finestra. E tuona: “E’ la seggiola gestatoria per far entrare in Regione i capibastone che non dovranno neanche sforzarsi di andare in giro a cercarsi i voti”. Sia ben chiaro, all’Idv piace il premio di maggioranza, così come lo sbarramento al 4% in discussione alla Camera, ma non sottoforma del listino. Da qui la proposta alternativa di Brutti: la coalizione che vince prende 4 consiglieri in più, ossia i primi dei non eletti sulla base delle preferenze. Di conseguenza, verrebbero tagliate le teste dei 4 peggiori della coalizione perdente.
Secondo piatto indigesto, come detto, è il metodo con cui verrebbero assegnati i resti. Brutti ha letto la proposta ufficiale targata Pd e diffusa integralmente da Umbrialeft (per leggere clicca qui
http://www.umbrialeft.it/node/23265). E giudica “singolare” il fatto che “invece di assegnare i seggi a coloro che più si sono avvicinati al quoziente pieno, di questi uno viene assegnato al Pd, uno alla Pdl e il terzo a quello che arriva terzo nella riffa”. Come detto prima, se questi punti rimangono, l’Idv pensa seriamente a non far parte del centrosinistra.
Terzo punto su cui si è concentrato Brutti è quello della formazione delle liste, che verranno “decise dall’esecutivo nazionale. Noi proporremo dei nomi, poi l’esecutivo deciderà”. Nomi ovviamente di specchiatissima moralità, che accettino il Patto etico predisposto dal partito. Per la composizione di queste liste Brutti vorrebbe pescare, par di capire, nella stessa riserva di caccia della sinistra: “Le nostre liste – dice – saranno aperte a persone che si occupano di associazionismo, ambientalismo, di battaglia per l’acqua pubblica e così via”. Fino a pensare di attrarre nella grande famiglia dipietrista le liste civiche. Purché non colpevoli di intendenza col nemico: “Siamo interessati a queste liste, purché non siano mai state a destra”. Ma attenzione, l’Idv non vuole essere l’autobus che porta in Consiglio. Chi entrerà nelle liste infatti, avverte Brutti, dovrà, oltre che condividere il progetto e la filosofia del partito, anche iscriversi al partito di Di Pietro e condividerne “la buona e la cattiva sorte”.
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