Scontro nei Verdi fra maggioranza e minoranza: a poche settimane dal congresso nazionale, continua il confronto sul tema dell'adesione al progetto di Sinistra e Libertà, che dopo la lista unitaria (con Mps, Sd, Psi) alle elezioni europee e in molte consultazioni locali punta a diventare un 'soggetto politico'.
A non volere Sinistra e Libertà non è solo il consigliere regionale dell'Umbria dei Verdi, Oliver Dottorini, che spera di poter andare con il suo simbolo (più civici) alle prossime regionali, c'è anche un agguerrito gruppo di minoranza all'interno degli organi nazionali che contestano la linea del Portavoce Francescato.
Caterina Di Bitonto, Barbara Diolaiti, Antonio Fiorenzani, Pinuccia Montanari, Susanna Scotti, componenti di minoranza del coordinamento nazionale del Sole che ride, in una nota chiedono le dimissioni della portavoce nazionale Grazia Francescato perché "ha scelto di uscire dai Verdi e di entrare, già da dirigente, nel partito di 'Sinistra e Libertà'". Replica della maggioranza: la minoranza è nervosa perché è fallito il suo progetto alternativo di 'costituente ecologista'.
Secondo la minoranza non si può interpretare che come una 'uscita dai Verdi la presenza di Francescato nell'organo dirigente nazionale di SL, "dal momento che mai i Verdi hanno deciso di entrare in Sinistra e Libertà e che la stessa mozione che aveva eletto Francescato portavoce nazionale dei Verdi nel luglio 2008 non conteneva alcuna indicazione in questa direzione". Una scelta, fra l'altro, accusa la minoranza che fa capo all'ex capogruppo alla Camera dei Verdi Angelo Bonelli, "compiuta prima del Congresso, in spregio allo Statuto e al dibattito congressuale".
Gelida la replica della maggioranza del coordinamento nazionale dei Verdi, che in una nota congiunta firmata da Fiorella Zabatta, Loredana De Petris, Mimmo Lomelo, Fabio Rogiolani, Massimo Fundarò, Michele Ragosta, Dino Di Palma e Marco Lion ironizza: "La minoranza continua a prendere fischi per fiaschi. Chiedere le dimissioni della portavoce nazionale Grazia Francescato a nemmeno tre settimane dal Congresso denota un nervosismo crescente tra chi cerca un po' di visibilità e prepara una micro-separazione piuttosto che un confronto politico sui contenuti".
"Dall'Assemblea di Napoli - precisa la nota - è semplicemente emerso un forte rilancio dell'ecologismo politico che si è tradotto anche nell'inserimento della parola ecologia nel simbolo di Sinistra e Libertà - continuano -. Mentre il progetto di Sinistra Libertà ed Ecologia va avanti, ed il coordinamento provvisorio, di cui i Verdi fanno ovviamente parte, è lo strumento di governo di questo percorso, dobbiamo costatare che la proposta della minoranza di una costituente ecologista non ha trovato, ad oggi, nessuna adesione significativa e si avvia al fallimento".
"La proposta politica della maggioranza dei Verdi - concludono Zabatta, De Petris, Lomelo, Rogiolani, Fundarò, Ragosta, Di Palma e Lion - prevede, quindi, un rafforzamento del ruolo degli ecologisti nel nostro paese senza rinchiudersi in identità catacombali ma avendo la forza ed il coraggio di essere parte attiva e protagonisti di un'alternativa alla destra".
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