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Il Coordinamento Precari Scuola della Provincia di Perugia ha reso nota la propria piattaforma che riportiamo integralmente. OBBIETTIVI GENERALI: Stabilizzazione di tutto il personale docente e ATA attraverso le immissioni in ruolo su tutti i posti disponibili: - Riprendere e completare il piano pluriennale di immissioni in ruolo stabilito dalla legge Finanziaria per il 2007 dal governo Prodi e rimasto lettera morta con il governo Berlusconi e comunque attuare le immissioni in ruolo di tutti i precari, docenti e ATA, su tutti i posti disponibili - Riprendere la lotta contro gli articoli 64 e 66 della legge 133 e della legge 169, collegando le azioni del CPS con quelle del Coordinamento degli insegnanti di ruolo - Bloccare il prosieguo della riforma riducendo il numero di alunni per classe, impedendo che si realizzi la riduzione dell’orario d’insegnamento, la riduzione del corpo docente, l’accorpamento delle classi di concorso, il taglio degli insegnanti di sostegno, la proposta di nuove forme di reclutamento (chiamate dirette dei dirigenti scolastici). - Portare alla diminuzione degli alunni medi per classe nel rispetto dei parametri stabiliti per legge, condizionanti l’agibilità delle aule e dei laboratori scolastici, e in considerazione della presenza di alunni disabili, così come espresso nel Parere della VII Commissione cultura, scienza e istruzione della Camera dei deputati sul Piano programmatico, approvato il 27/11/2008. - Chiedere lo sblocco del turn over sostituendo tutti gli insegnanti in pensionamento. - “Ripulire” le graduatorie ad esaurimento di tutti i docenti assunti in ruolo (quindi, non più precari) al fine di capire il reale numero dei precari storici Rendere disponibili per le graduatorie ad esaurimento tutti gli spezzoni orari uguali o inferiori alle 6 ore - Rifiutare qualsiasi forma di prolungamento delle durate degli incarichi a tempo determinato, come quella di triennalizzare i contratti. - Ritiro o riscrittura dell’art.4 del regolamento supplenze, derogato ormai regolarmente con il solito ritardo rispetto all’effettuazione delle operazioni di nomina dei supplenti. Opposizione all’approvazione dei CONTRATTI DI DISPONIBILITA’: - Non prevedono nessuna risorsa in più rispetto a quelle esistenti, largamente insufficienti e quindi confermano la linea del definanziamento e delle destrutturazione della scuola pubblica. - Vengono spacciati dal Ministro Gelmini come la panacea per la drammatica situazione dei precari licenziati dopo i tagli previsti dal Ministro Tremonti. - Si limitano a garantire l’utilizzo intermittente dell’indennità di disoccupazione che comunque è già erogata ai precari aventi diritto - Esulano pericolosamente dal CCNL e configurano una forma di contratto che sembra debordare dalle normali caratteristiche dei rapporti di lavoro subordinato, introducendo degli elementi autoritari (la costrizione ad accettare qualsiasi supplenza, pena la risoluzione del contratto) - Introduce, in aggiunta a quanto denunciato, forme di disparità di trattamento con il richiamo ad accordi regionali che altro non sono che un “escamotage”per scaricare sulle regioni competenze dello stato. - Operazione pericolosa perché porta ad una articolazione della proposta formativa regionalizzata condizionata dalle disponibilità economiche delle varie regioni e prelude anche ad interventi di sostegno per i precari della scuola in base alla "provenienza territoriale". Estensione a livello nazionale del ricorso per il riconoscimento della progressione di anzianità di servizio: - Il ricorso si baserebbe sul modello di un ricorso vincente di una docente precaria che ha chiesto e ottenuto il riconoscimento della progressione di anzianità di servizio sul modello degli insegnanti di religione cattolica, che già godono di questo diritto che al momento si configura come “privilegio”. - Il ricorso punta all’equiparazione dei diritti e dei doveri tra personale di ruolo e precario, rendendo non più conveniente per lo Stato il mantenimento del precariato Garantire la mobilità sul territorio nazionale: - L’introduzione delle code nelle graduatorie, oltre ad essere stato dichiarato illegittimo dal Tar Lazio, è uno stratagemma per paralizzare la richiesta di immissioni in ruolo da parte dei precari, poiché quando avverrà l’inserimento a pettine per effetto di ulteriori sentenze della magistratura amministrativa, i precari si troveranno scavalcati da colleghi provenienti da ogni parte d’Italia - Occorre chiedere di rimuovere questi artifici bizantini sulle graduatorie e di tornare al vecchio sistema per cui al momento della riapertura biennale delle graduatorie chi decide di cambiare provincia (una sola) possa farlo lasciando la sua provincia di residenza ed essendo disponibile a insediarsi nella nuova provincia in cui ha richiesto l’inserimento nella domanda Aumento dei fondi per istruzione, università, ricerca: - Occorre denunciare pubblicamente il fatto che a causa dei tagli di spesa i tanto pubblicizzati corsi di recupero sono largamente insufficienti al fabbisogno degli studenti - Bisogna denunciare il degrado degli edifici scolastici e la penuria dei materiali didattici o connessi ai servizi delle scuole - Far sapere all’opinione pubblica che i pesanti tagli all’università stanno provocando un aumento insostenibile delle tasse universitarie Ritiro della proposta di legge Aprea: - Mette in competizione scuole pubbliche tra loro e scuole pubbliche con scuole private, destrutturando il sistema pubblico e unitario di istruzione: la competizione tra scuola pubblica e privata si riduce a “privatizzazione” della scuola pubblica e dei rapporti di lavoro che in essa si esplicano - Attribuisce risorse modulate in funzione della capacità di ogni scuola di attrarre il maggior numero di studenti. - Snatura la funzione funzione emancipatrice della scuola attraverso una logica prevalentemente mercantile Mortifica gli organi collegiali, trasformando il preside da primus inter pares, sottoposto alla volontà collettiva degli organi collegiali, ad amministratore completamente assorbito dalla spasmodica ricerca di finanziamenti esterni tendenzialmente ridotti nel numero e nell’entità. - Introduce fondazioni di diritto privato all’interno del consiglio d’amministrazione delle scuole e quindi riduce la rappresentanza dei docenti. Introduce l’assunzione diretta degli insegnanti da parte dei dirigenti scolastici alimentando quelle tendenze all’arbitrio e al clientelismo che sono pervasive nella società italiana. - Mette a rischio la libertà d’insegnamento Modifica lo stato giuridico del docente riducendo il livello della contrattazione nazionale rispetto a quella regionale e d’istituto ed elimina, di fatto, una reale rappresentanza delle RSU nelle scuole. - Introduce una stratificazione gerarchica delle varie figure di docente (iniziale, ordinario, esperto) la quale fa presagire una futura condizione di cannibalismo e di progressiva erosione di diritti e la ricattabilità continua nei confronti dell’intero corpo docente. - La nostra condizione di precarietà verrà, di fatto, estesa all’insieme dei lavoratori della scuola, eliminando la condizione di pariteticità e cooperazione tra insegnanti, che è la migliore garanzia di qualità ed efficienza nel sistema dell’istruzione. Condividi