A cura di Cristiano Armati è uscito “Il libretto rosso dei partigiani - manuale di resistenza, sabotaggio e guerriglia antifascista”, con la prefazione di Ferruccio Parri, edito dalla Purple Press, € 6.90.
Con la crescita e lo sviluppo della resistenza passiva da parte di settori sempre più ampi della popolazione di fronte agli abusi del regime fascista, gli eccidi di massa ordinati dai gerarchi fascisti della repubblica di Salò, lo sterminio di inermi cittadini di religione ebraica, la insopportabilità delle condizioni sociali imposte dalla guerra, una minoranza di donne e uomini coscienti del loro dovere di democratici e di patrioti scelse la via della lotta e della ribellione; dalla città, dalle campagne e dalle montagne, invitò ed organizzò la rivolta della parte migliore del popolo italiano.
Si avviò così la lotta partigiana, il momento più alto di un sussulto di dignità nazionale, di riscatto collettivo contro i fascisti e le truppe di occupazione nazista.
Il libretto rosso dei partigiani, scritto negli ultimi mesi del 1943 e diffuso clandestinamente, raccoglie le teorie e le pratiche della guerriglia metropolitana, divulgando le nozioni indispensabili per opporsi efficacemente alla brutalità delle SS e delle Camice nere.
Il libretto illustra i dati fondamentali del sabotaggio, dalla costruzione di una atmosfera ostile per causare un effetto deprimente, al sabotaggio del sistema industriale, dei trasposti, delle strade, come mettere fuori uso un automobile, ecc.
il libretto rosso dei partigiani resta un documento storico di grande valore, che ci racconta la storia di tutti coloro, che a rischio della loro vita, lottarono per la libertà di tutti.
Cristiano Armati, in un saggio in appendice scrive delle radici in cui affonda la tradizione della letteratura della guerriglia partigiana nell'Ottocento, soprattutto nel lavoro segnato dalla speculazione teorica e dall'impegno propagandistico militare di Giuseppe Mazzini, artefice del Risorgimento e, a livello mondiale, uno dei massimi teorici dell'insurrezione popolare.
Scrive Armati: “....quando, incrociando i valori della libertà, eguaglianza e fraternità ereditati dalla Rivoluzione francese con le suggestioni romantiche intorno ai concetti di lingua e tradizione, diventa possibile concepire in chiave moderna una definizione di “patria”.
La prefazione del 1973 di Ferruccio Parri si chiude con queste parole: “È dunque una pubblicazione fuori dall'abituale testo di propaganda, che aggiunge all'importanza della data e dell'iniziativa una singolare eccezionalità che giustifica la scelta dell'editore”. Parole valide anche oggi, 36 anni dopo.
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