Renato Casaioli
TAVERNELLE DI PANICALE - E di nuovo scontro frontale tra i circoli del Pd di Tavernelle ed Acquaila, con la giunta comunale guidata da Luciana Bianco. Il casus belli questa volta, è dovuto alla possibilità di aumentare da 200mc a 300mc, il deposito di gpl della ditta Olivi Gas. “Una richiesta legittima da parte di una azienda, quella di modificare il proprio status”, fanno sapere i contestatori. “Solo che questa esigenza deve fare i conti, con tutta una serie di diritti inalienabili della collettività che vive attorno, a cui le varie forme di governo istituzionale devono dare ampie garanzie”.
Ed è proprio su questo aspetto delle garanzie, che oramai sta montando sempre più forte la protesta dei civici, che cominciano ad organizzarsi in Comitati, ed a raccogliere firme. Insomma per dirla con il segretario comunale del PD Fabio Pontefice: “Appiattire l’istituzione Comune, come sta facendo attualmente il sindaco, a difesa degli interessi di un singolo cittadino, calpestando il diritto alla sicurezza di tutta una cittadinanza, ci sembra errato e pericoloso per la stessa democrazia.
L’idea che i più forti abbiano sempre partita vinta, da noi non può essere condivisa. Altrimenti non si comprenderebbe più il perché delle nostre lotte contro il berlusconismo”. Un’analisi e una denuncia politica ovviamente condivisa dai due circoli del PD. Argomenti come si vede assai corposi, che sarà difficile per chiunque liquidare come atti strumentali. Ma alla analisi Pontefice, fa seguire pure una richiesta di coerenza al sindaco, ricordando come nei Piani triennali ci sono già ora stanziate somme di denaro per la delocalizzazione di alcune aziende, giudicate dalla passata giunta Bianco, pericolose e comunque non più compatibili con il contesto urbano attuale.
“La Olivi Gas - ha sostenuto – era una di queste e il sindaco ne era il più convinto. Ora se passa l’ampliamento, significa che quell’impianto resterà lì per sempre”.
La vicenda ebbe inizio nel 2007, quando la ditta costretta a fare una specie di revisione generale dell’attuale impianto, mise in moto anche le carte per un suo ampliamento. C’è da dire che quel “bombolone” così come oggi lo chiamano tutti, è stato sempre motivo di allarme. “Più di una volta – raccontano infatti gli abitanti delle case che circondano l’impianto di gpl – abbiamo dovuto chiamare i vigili del fuoco, gli addetti al metanodotto, per capire l’origine di tanta puzza del gas sparsa nell’aria”. Da quel tempo ad oggi, tante carte bollate, sopralluoghi tecnici, fino ad arrivare all’adozione della revisione del PRG, avvenuta con il consiglio comunale del 30 marzo scorso. Adozione di variante, che prevedeva la possibilità di ampliamento. Ove questo non avesse comportato un aumento di rischio. Ma proprio perché quella era stata una semplice adozione, ora dopo l’allarme che si è creato nell’opinione pubblica, si deve tornare indietro.
Una scelta squisitamente politica fanno sapere dal PD di Tavernelle. Altrimenti il prossimo consiglio comunale, approverà in via definitiva la variante e così l’azienda potrà eseguire i lavori di estensione.
L’assessore Antonio Gallo, il più convinto assertore dell’ampliamento del deposito gpl, prova a sostenere che l’atteggiamento del PD di Tavernelle ed Acquaiola, è strumentale, che non centra niente con la sicurezza. Lasciando intendere che l’affaire “bombolone”, è solo un modo di piantare grane all’amministrazione per tentare di ottenere una rivincita. Ed afferma con tono che ha dell’intimidatorio: “Quale autorità hanno Fabio Pontefice, Alessandra Todini, Giuliano Mencarelli e Luca Gagliardini per sollevare a nome del PD un problema del genere? Noi non li riconosciamo nei loro incarichi perché sono usciti sconfitti nell’ultima tornata elettorale. Non possono far parte del PD e allo stesso tempo sedere in consiglio comunale. Di queste vicende se ne deve parlare all’interno dei circoli, non certo sui tavoli istituzionali”.
“Davvero sconcertanti, direi deliranti le sue parole”, così le ha definite il segretario comunale PD Fabio Pontefice. “Un atteggiamento – prosegue – molto simile a quello di Berlusconi, che va gridando ai quattro venti, che i giornalisti non debbano far domande e quando le fanno li querela. O, come sempre secondo il Berlusconi pensiero, il PD per cinque anni non deve disturbare, protestare, proporre, per il semplice fatto che ha perso le elezioni. Povero Franceschini. Davvero una singolare idea quella di Gallo, a proposito di democrazia”. Comunque pare proprio che i due circoli del PD, non hanno alcuna intenzione di farsi condizionare dal Gallo pensiero e rivendicano a buon diritto, il fatto di interpretare il bisogno di sicurezza che sale forte da tutta una comunità. E tanto per cominciare parteciperanno all’assemblea pubblica organizzata dalla amministrazione comunale l’11 di settembre. E non è escludono poi una loro manifestazione dopo. Uno scontro politico diretto, una prova di forza.
Trincerarsi come fa la giunta, dietro i parametri tecnici, che vedono quell’impianto rientrare per un filo di lana dentro le normative, lo ritengono un atteggiamento ipocrita ed arrogante. “Un modo appunto di amministrare, non certo di governare facendo scelte”, ha tuonato l’ex sindaco Luciano Meencarelli, che ammette che forse lo sbaglio fu commesso fin dalle origini, quando oltre venti anni fa, fu rilasciata proprio da lui la prima licenza. “E comunque è un dato di fatto, sotto gli occhi di tutti, che quell’impianto oggi è troppo incastonato all’interno dell’area urbana di Tavernelle. Circondato da laboratori artigianali, ed abitazioni civili”.
Ma per capire quanto si è lontani da un’idea corretta di programmazione territoriale in questo comune, basta constatare l’ubicazione della Croce Rossa Italiana, costruita a soli 30/40 metri dal bombolone. Quell’impianto va rimosso come è già avvenuto per la Fergine gas di Chiusi, o per altri siti in Umbria. E certo che quell’atteggiamento “quasi fideistico da parte della giunta comunale – fanno notare dal PD - nel fatto che un incidente non accadrà mai. Cosa che ovviamente tutti ci auguriamo. Ma non crediamo che si trovi nessun uomo di scienza, che possa approvare questa modo di ragionare ed agire”.
E francamente l’illustrare da parte del sindaco dei Piani di evacuazione in caso di incidente, è apparsa a tutti ridicola, quasi provocatoria, un giocare con i soldatini. Insomma il PD della Val Nestore, è per una seria prevenzione: bloccare l’ampliamento e lavorare perché, in un tempo ragionevole, si possa ricollocare quell’impianto definito dalla Prefettura ad “altissimo rischio” così com’è oggi, in altro loco. Per esempio la nuova zona industriale ex Enel che si sta costruendo.
Il sindaco ha provato in diversi contesti, a sostenere la tesi dei diritti acquisiti dall’azienda. Come pure della facoltatività di organizzare la partecipazione dei cittadini. La risposta di Alessandra Todini, è stata immediata e puntigliosa. Ha spiegato al primo cittadino che i diritti acquisiti sono quelli per l’esistente, per quello che dovrà venire, nessun diritto è stato acquisito. E a proposito della partecipazione informata dei cittadini, ha citato il DL 334 del 1999, all’art. 23 che recita testualmente: “La popolazione interessata deve essere messa in grado di esprimere il proprio parere ….. . Altro che facoltatività”.
E i sostenitori del duo Bianco Gallo? Ad osservare con attenzione il blocco degli assessori e militanti che fanno capo a queste due figure, lo stesso non sembra poi così monolitico. L’assessore Liscaio (RC), in una sua esternazione ufficiosa, riconosceva le ragioni di quanti chiedono di fermare per un attimo le bocce. Salvo poi il giorno dopo di esprimersi con un “No Coment”. Così come le parole di Massimo Sepiacci, pronunciate al vertice tra il PD di Tavernelle e la giunta: “Non possiamo far finta che il problema sicurezza non esista. Va fermato l’iter della pratica, non approvandola al prossimo consiglio comunale, rifletterci su e vedere se ci sono altre soluzioni che tengano conto del diritto dei cittadini a vedere soddisfatto questo loro bisogno”.
Sfumature si dirà. Ma in queste circostanze, le sfumature possono rappresentare la differenza che cova sotto la cenere.
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