PERUGIA - "Il pluralismo informatico rappresenta una questione di democrazia, dato che consente la creazione di un'autentica Agora' in cui puo' essere garantita una cittadinanza attiva e partecipata. La scelta dell'open source si qualifica quindi come una scelta politica e democratica, che richiede un passo avanti da parte di tutte le pubbliche amministrazione, che la Regione Umbria ha scelto di compiere". Cosi' il presidente del Consiglio regionale, Fabrizio Bracco, salutando i partecipanti al convegno "Floss in festa 2009", svoltosi al dipartimento di matematica e informatica dell'ateneo di Perugia, a 3 anni dall'approvazione, da parte del consiglio regionale dell'Umbria delle "Norme in materia di pluralismo informatico, sull'adozione e la diffusione del software a sorgente aperto e sulla portabilita' dei documenti informatici nell'amministrazione regionale".
Il provvedimento ha posto l'Umbria tra le prime regioni d'Italia nel sostegno e nell'utilizzo dell'open source (che puo' essere redistribuito e utilizzato senza il pagamento di alcun licenza e modificato da utenti e sviluppatori per potenziarlo e adattarlo alle proprie necessita').
Nel corso del convegno si e' parlato della diffusione del software libero in Europa e delle conseguenze in termini informatici, economici e di organizzazione del lavoro e non sono mancati riferimenti all'importanza della legge regionale ed in particolare ai progetti esaminati dal Centro di competenza regionale sull'open source e finanziati dalla Giunta nell'anno 2008 che sono giunti al termine o che stanno concludendo i lavori.
A "Floss in festa" ha preso parte anche il consigliere Oliviero Dottorini (Verdi e civici, primo firmatario della legge sull'open source poi approvata nel 2006) che ha rimarcato l'interpretazione del software libero come strumento di democrazia. "Uno dei principi che ci hanno ispirato nella stesura della legge - ha detto - e' stato quello di democrazia, il software libero e' democrazia.
Poter accedere ai documenti della Pubblica amministrazione senza vincoli di licenze d'uso e' democrazia. Essere in grado di comunicare con gli uffici pubblici senza dover per forza utilizzare un programma costoso e pieno di buchi e' democrazia.
E la Regione in questo senso era carente. Nel corso degli ultimi tre anni la Regione Umbria ha investito in questa legge 520.000 euro, una cifra importante per una regione piccola come la nostra. E' quindi grazie ad una piccola legge di 12 articoli che oggi scuole, enti pubblici, Asl e Comunita' montane sono sempre piu' accessibili ai cittadini, ma possiamo dire tranquillamente sempre piu' democratiche, indipendentemente dal computer utilizzato o dal software con il quale lavorano giornalmente".
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