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PERUGIA – Le opere di Marcello Biagiotti esposte alla Rocca Paolina hanno avvicinato alla sua città un artista perugino che finora aveva sempre esposto fuori, in Italia e all’estero. Con successo, perché ‘la mostra restituisce all’opera di Marcello Biagiotti e alla sua creatività onirica e surreale il merito che gli spetta’. Un artista perugino che è rimasto tra le quinte del panorama umbro, più conosciuto e famoso nelle altre regioni e fuori d’Italia. L’evento artistico, promosso e organizzato dall’Assessorato alla Cultura della Provincia di Perugia e curata dai critici Antonio Carlo Ponti e Paolo Nardon, si compone di quattro sezioni di pittura, scultura, grafica e ceramica con 130 opere, che vanno dal 1970 al 2009. 130 opera d’arte da dove emergono storie reali ed ironiche, da dove emerge l’evoluzione dell’artista e il suo coraggio. Secondo il commento critico, Biagiotti è infatti un artista di grandissimo coraggio perché non ha mai abbandonato la sua visione figurativa del mondo. Dal ’60 ha continuato a lavorare da professionista dell’arte grazie ai suoi proventi. Ha continuato soffrendo la realtà e si è rifugiato nel sogno, sempre fedele, onesto e coerente con se stesso. Nella pittura di Marcello Biagiotti, definita un laboratorio di luce dai critici, il colore acquista un’energia evocativa capace di far convivere i dati della memoria e delle percezioni immediate. Si tratta di un colore psicologico che diventa parte essenziale delle immagini che invadono i suoi quadri. Un laboratorio di luce per tradurre sulla tela un proprio discorso mentale, approdando alla realtà che non è di questo mondo, una sorta di mondo creato da cui distillare sogni, passioni, voli e illusioni. E’ una pittura ricca di trame narrative, di messaggi e di ironie feconde, di idee e di approdi mirabili. Una pittura surreale ‘capace di evocare immagini e suggestioni fantastiche, rivelando il lato più profondo della psiche umana’, definizione che ben si accorda alle atmosfere oniriche e suggestive tipiche del suo lavoro. Un mondo, quello di Biagiotti dove l’artista soffre, si diverte e si confessa. Elemento distintivo della scultura delle sue opere è la sensualità del corpo, inteso come materia che esprime tensione ed energia, la sua passione per le forme fortemente allungate come metafora della necessità di dare all’uomo identità adeguata al tempo ed allo spazio. Nelle opere grafiche di Biagiotti ci si trova di fronte a costanti visioni figurali che si collocano all’interno di spazi che assumono il significato di elaborazioni creative arcane ed immaginarie, in un’atmosfera onirica e sognante di luoghi astratti e lontani in cui regnano concreto e irrealtà. La sua ceramica si concretizza nella struttura armonica dell’architettura tridimensionale, dove prevalgono luci ed ombre a creare, nelle linee morbide ed originali, contrappunti tonali di alta capacità evocativa in una combinazione perfetta tra fantasia e tecnica. Condividi