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PERUGIA - ”Vissi d’arte” dalla Tosca, “Sì, mi chiamano Mimì” da La Bohème, “Sono andati, fingevo di dormire” dal Gianni Schicchi, ma anche “O mio babbino caro”, da Madama Butterfly, “Che gelida manina” sempre da la Bohème e “Addio fiorito asil” e la stessa “Lucevan le stelle” da la Bohème che dà il titolo al progetto Puccini jazz”, sono queste le arie rilette in chiave jazz da Riccardo Arrighini e i Solisti di Perugia. Il concerto, di quello che è un progetto nato dalla fertile mente di Carlo Pagnotta, si è tenuta ieri a Monte del Lago nella chiesa di Sant’Andrea. Tutto esaurito per un concerto inserito nell’ambito del premio letterario Vittoria Aganoor Pompili. Il pianista toscano, forte del solido background fornito da i Solisti di Perugia, ha dato il meglio di sé per quelle arie che resero famoso Giacomo Puccini. «La scelta del Puccini Jazz – ha spiegato Cecilia Berioli, vicepresidente de i Solisti – è coerente con il fatto che Giacomo Puccini era solito frequentare, ai suoi tempi, Villa Aganoor Pompilj». Le sue visite a Monte del Lago erano molto frequenti, questo era un luogo dove, il grande compositore di Lucca andava a rigenerarsi e forse a trovare anche qualche spunto creativo. «Ogni volta che suono Puccini – ha affermato Arrighini – mi sento onorato. Ho la fortuna di essere conterraneo del grande Maestro, potete immaginare il piacere che ho nel venire in un posto molto similare a quello della casa di Puccini, anch’essa situata su un lago. Questa similarità non potrà fare altro che sviluppare una splendida armonia». Seppure con un’acustica non eccellente, la bellissima chiesa non si presta più di tanto a concerti, il prodotto musicale che è scaturito ieri a Monte del Lago è stato una preziosa e audace testimonianza di quanto i linguaggi musicali possano in qualche modo somigliarsi ed essere vicini. Riccardo Arrighini e i Solisti di Perugia questo lo sanno tant’è che il progetto è già stato presentato in tante città italiane, come Siena, Cortona, Ferrara e persino oltre confine a Bratislava. A testimonianza di ciò le parole del pianista di Lucca, questi afferma che «Se realizzare un’opera d’arte vuol dire anche e soprattutto superare i confini di epoche e stili allora il “tradimento” con cui le più belle opere di Giacomo Puccini sono state riarrangiate ed eseguite in chiave jazz non può che aver fatto piacere al Maestro, il più grande genio melodico che l’Italia abbia mai avuto». Il piccolo borgo di Monte del Lago, oasi di pace affacciato sul lago Trasimeno, rifugio di poeti, musicisti e scrittori, ha trascinato il pubblico in uno spettacolo suggestivo ed emozionante tra le note del grande Puccini rivisitate però in chiave jazz. Condividi