PERUGIA – “Quello che si è aperto oggi è un anno scolastico di particolare criticità, che vede le istituzioni regionali e locali impegnate in difesa di quel bene fondamentale del Paese quale è la scuola”. Lo ha sottolineato l’assessore all’Istruzione e al Diritto allo studio della Regione Umbria, Maria Prodi, rivolgendo gli auguri di buon lavoro a studenti, docenti e personale in una conferenza-stampa in cui ha fatto il punto sulle conseguenze dei provvedimenti del Governo in materia di scuola e sugli interventi regionali. “Quest’anno si avvia con classi più numerose e senza garanzie per il rispetto dei diritti costituzionali – ha detto – La scuola è stata considerata come una spesa da tagliare e non come un investimento per il futuro del Paese. In Umbria c’è stato un taglio di 570 docenti e 220 unità di personale ‘Ata’, e non è stato riconfermato l’incarico annuale a 294 insegnanti e circa 180 Ata. E c’è preoccupazione anche per supplenze brevi, poiché il decreto approvato il 9 settembre dal Consiglio dei Ministri garantisce risorse solo per le scuole che sottoscriveranno accordi”. “Sulla scuola primaria - ha detto ancora l’assessore regionale – dove con il passaggio al maestro unico ci sono docenti che escono dall’ambito della specializzazione, ricadono i provvedimenti conflittuali e contradditori del ministro all’Istruzione Mariastella Gelmini. Come si può parlare di piena autonomia delle scuole nel costruire percorso didattico e orari – ha spiegato – se alle scuole vengono imposti i cambiamenti?”. “Per la scuola superiore – ha proseguito – scontiamo i problemi derivanti dai fortissimi ritardi da parte del Governo nel definire la riforma. In questi giorni dovremmo formulare l’offerta scolastica regionale, da approvare entro dicembre per poi informare famiglie e studenti in tempo per effettuare le iscrizioni, ma senza riforma non siamo in grado di conoscere quali indirizzi scolastici potranno essere attivati nel prossimo anno scolastico. A nostro avviso, non ci sono certezze sull’avvio della riforma della scuola superiore nel settembre 2010 e questo crea ulteriori difficoltà”. L’assessore regionale Prodi, che giovedì ha partecipato alla manifestazione di protesta organizzata a Perugia dai sindacati della scuola e ha promosso una serie di incontri (oggi con i rappresentanti del coordinamento precari), ha rivolto un saluto particolare ai disoccupati della scuola. “Il Governo opera discriminazioni – ha affermato – tra i precari, tra coloro che l’anno scorso avevano ottenuto la nomina dall’Ufficio scolastico regionale e quanti non avevano potuto contarci, che vengono dimenticati anche dal decreto salva precari”. “Un decreto – ha sottolineato Mario Margasini, dirigente del Servizio regionale Istruzione – che non è stato concordato con le Regioni. Sulle problematiche della scuola serve che il Governo riapra un confronto in sede di Conferenza Stato-Regioni per evitare disparità sul territorio nazionale”. “Nonostante le difficoltà e le preoccupazioni per questo nuovo anno scolastico – ha detto l’assessore regionale all’Istruzione Prodi – auguriamo a tutti che l’avvio sia all’insegna della serenità e del rispetto. Vorrei, a questo proposito, replicare al ministro Gelmini secondo la quale devono lasciare la scuola gli insegnanti che fanno politica. Una frase offensiva nei confronti di chi si impegna per il bene della scuola e degli studenti, che ha visto minacciata la sua funzione dalle politiche governative e si è adoperato per ridurre le tante disfunzioni. Se la politica non conosce o non capisce il valore della scuola riconosciuto dalla Costituzione – ha concluso – diventa doveroso per gli operatori della scuola occuparsi della politica e il loro impegno merita rispetto e considerazione. La Regione Umbria, e le istituzioni locali, sono al loro fianco e proseguiranno nelle azioni a tutela dei posti di lavoro e della qualità dell’offerta scolastica”. Condividi