di Nicola Bossi
La decisione della Corte di Assise di rigettare la richiesta di nullità sul decreto di rinvio a giudizio e di alcuni atti depositati promossa dalla difesa di Raffaele Sollecito, non ha fermato il confronto serrato tra Pm e l'avvocato Giulia Bongiorno sui dati a coronario della relazione sul Dna elaborata dal consulente Patrizia Stefanoni.
Il dibattito è ripreso oggi pomeriggio nel corso dell'udienza del processo Meredith in svolgimento al Tribunale di Perugia. Per il consulente della difesa di Sollecito, Adriano Tagliabracci, ascoltato oggi pomeriggio in aula, nella relazione della dottoressa Stefanoni sono assenti "i dati relativi ai volumi iniziali dei campioni utilizzati dalla polizia scientifica per l'analisi delle tracce di Dna e la descrizione delle procedure seguite". "Sono dati - ha detto Tagliabracci - assenti non solo nella relazione ma anche nei documenti presentati, sull'avanzamento dei lavori, lo scorso 30 luglio. Eppure fanno parte della procedura standard. Ribadisco che ad oggi non abbiamo la quantificazione dei campioni di Dna". Per la difesa di Sollecito è fondamentale risolvere questo caso Dna dato che è l'unico elemento dell'accusa che lega il ragazzo pugliese alla casa e al delitto di Meredith. Su un gancetto di reggiseno, strappato dal killer della ragazza inglese, secondo la relazione del consulente Pm ci sarebbe del materiale genetico appartenente a Raffaele Sollecito.
In base alla deposizione del consulente di parte Adriano Tagliabracci, l'avvocato Giulia Bongiorno ha chiesto la deposizione degli atti mancanti su questi aspetti per risolvere il problema dei dati mancanti a riguardo delle operazioni sul Dna. Il Pm Manuela Comodi ha ribadito che non ce ne sono e quindi non possono essere depositati.
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