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ASSISI - Sarà il coro della città di Bratislava, la “Bohuslav Martinu Philharmonic Orchestra”, diretto dal maestro Walter Attanasi, ad esibirsi domenica (13 settembre) presso la Basilica di San Francesco di Assisi alle ore 21. Con loro saliranno sul palco: il soprano Oksana Krovytska (nella sua carriera ha ricevuto dal City Opera l’ambito “DivaAwards”), il contralto Alessandra Visentin (nel 2008 ha vinto il primo premio assoluto per il canto barocco al concorso “Città di Bologna” e il premio speciale al concorso internazionale per la musica da camera “Città di Conegliano”), il tenore Rodrick Dixon (definito stella nascente dell’opera, è molto affermato anche nel repertorio concertistico, negli oratori e nell’opera contemporanea), il basso Andrea Mastroni (è stato vincitore del Concorso “Giuseppe Di Stefano” 2007 a Trapani), e il direttore del coro, Ladislav Holásek (apprezzato sia il suo approccio innovativo e perfezionista sia il suo coinvolgimento personale che dona a ogni pezzo eseguito un carattere unico). Il concerto – organizzato in collaborazione con Isole (contenitore di eventi programmati dall’assessorato alle Attività Culturali della Provincia di Perugia) – fa parte del cartellone della decima edizione dell’“UmbriaMusicFest”, festival iniziato lo scorso venerdì ed in programma fino al 27 settembre prossimo. Quattordici sono gli spettacoli previsti, suddivisi in quattro itinerari culturali (ripartiti in altrettanti weekend), dedicati alla musica classica, al jazz, alla lirica, al cinema, alla letteratura, alla fotografia e all’arte in tutte le sue espressioni. Tema di questa edizione è “Riflessioni: voci, maternità, ebbrezze, testimonianze”. La kermesse itinerante, nata da un’idea del Maestro Walter Attanasi (affermato Direttore d’orchestra in Italia e all’estero), toccherà nove comuni dell’Umbria – Alviano, Assisi, Massa Martana, Monte Castello di Vibio, Montefalco, Orvieto, Perugia, Spello, Todi – e, per la prima volta, uscirà fuori dai confini regionali per esibirsi venerdì prossimo a Roma. Nel concerto romano saranno eseguite musiche tratte dallo “Stabat Mater” di Antonín Leopold Dvořák, cantata religiosa op. 58 per soli coro ed orchestra. Si tratta di una preghiera cattolica del XIII secolo attribuita a Jacopone da Todi. Lo Stabat Mater è una melodia gregoriana strutturata in sequenza. Ancora oggi è rappresentato nelle chiese cristiane e nei teatri di tutto il mondo ed è considerato uno dei massimi capolavori della musica sacra di tutti i tempi. Il concerto prenderà il via con la prima parte della preghiera, che inizia con le parole “Stabat Mater dolorosa” (“La Madre addolorata stava”) che è una meditazione sulle sofferenze di Maria, madre di Gesù, durante la crocifissione e la Passione di Cristo. Seguiranno, nell’ordine: “Quis est homo, qui non fleret” (Andante sostenuto - solisti e coro); “Eja, Mater, fons amoris” (Andante con moto - coro); “Fac, ut ardeat cor meum (Largo, basso - coro); “Tui nati vulnerati” (Andante con moto, quasi allegretto - coro); “Fac me vere tecum flere” (Andante con moto - tenore e coro); “Virgo virginum praeclara” (Largo - coro); “Fac, ut portem Christi mortem” (Larghetto - soprano, tenore); “Inflammatus et accensus” (Andante maestoso - contralto); “Quando corpus morietur” (Andante con moto - solisti, coro). L’ingresso all’iniziativa è gratuito. «In un’era di guerre, di terrorismo, di disastri e catastrofi naturali, – spiega il maestro, Walter Attanasi – lo “Stabat Mater” riesce a riportare il pensiero alla condizione umana e all’attenzione verso l’umana sofferenza delle persone che a volte sembra perdersi nell’indifferenza. Nello Stabat Mater la sofferenza diventa empatia, comprensione, ed è in questa comprensione, o meglio, in questa universalizzazione del dolore, che si trova la consolazione. Nello Stabat Mater ci sono tutte le Madri del mondo, e non importa se la morte è arrivata da un incidente, da un bombardamento, da un’azione bellica, da un atto di terrorismo o da una malattia». «Lo “Stabat Mater Dolorosa”, – continua Attanasi – rappresenta le Madri di Israele della Palestina, le Madri dell’Afghanistan, tutte le Madri che soffrono. E la sofferenza di Maria, nello Stabat Mater è l’icona dell’uguaglianza dell’umanità e della necessità di sentirsi compresi nell’universalità della Grande Madre, che comprende il dolore per averlo vissuto. Si tratta di un percorso artistico multidisciplinare che vuole condividere esperienze, traguardi, sconfitte e speranze con le persone, con i giovani in particolare, per avvicinarli a mondi e culture diverse, per avvicinarli all’arte in tutte le sue forme. Questo in fondo – termina il direttore del Festival – è il mio modo di intendere la cultura, con la consapevolezza di vivere la vita come un regalo». Il concerto è stato organizzato in collaborazione con: Ministero per i beni e le attività culturali; Regione Umbria; Isole - Provincia di Perugia (Assessorato alle attività culturali); Comune di Assisi; Ambasciata della Repubblica Ceca; Ambasciata della Repubblica Ceca presso la Santa Sede; Provincia e comune di Zlin, Repubblica Ceca; Circolo Culturale Ceco; Ambasciata della Repubblica Slovacca; Ambasciata della Repubblica Slovacca presso la Santa Sede; lstituto Slovacco a Roma;Assis associazione Italo- Slovacca; Centro internazionale per la pace fra i popoli di Assisi. Per ulteriori informazioni è possibile consultare il sito del festival: www.umbriamusicfest.it Condividi