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Stefano Vinti Presidente gruppo regionale Prc Umbria Ieri venticinque lavoratori di due ditte edili rimasti senza stipendio, chi da 4, chi da 7 mesi, si sono incatenati come forma di protesta sul ponte del nuovo svincolo della Terni-Orte. La vicenda chiarisce, se ce ne fosse stato bisogno, lo stato in cui versa il sistema produttivo e chi paga davvero la crisi: i soliti noti, i lavoratori e le loro famiglie. Rifondazione comunista dell’Umbria ritiene che questa forma di protesta oggi possa rappresentare un simbolo e un esempio per tutto il mondo del lavoro, privato della propria dignità, che per farsi sentire è costretto a forme di protesta che mettono a rischio la vita. Queste sono le ragioni del lavoro sul profitto e su un sistema che continua a speculare sulle spalle dei lavoratori attraverso il subappalto. La lotta dei venticinque lavoratori indica anche che le conquiste sociali non si ottengono piegando la testa di fronte all’interesse speculativo, ma facendo sentire e valere le proprie sacrosante rivendicazioni. Una determinazione che indica la strada per la lotta contro Governo e contro Confindustria, per unire i lavoratori e per far pagare la crisi a chi l’ha prodotta. Condividi