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PERUGIA – “La Giunta regionale intervenga immediatamente presso il Governo e il Parlamento chiedendo la riconferma di tutti gli insegnanti precari che nel 2008 hanno avuto una cattedra assegnata in via temporale annuale e la stabilizzazione per decreto di tutti i precari del mondo della scuola, e si impegni affinché la difesa del sistema pubblico dell’istruzione contro i provvedimenti del ministro Gelmini diventi centrale nell’agenda politica”. Sono queste le richieste contenute nella mozione firmata dal capogruppo di Rifondazione comunista a Palazzo Cesaroni, Stefano Vinti. Il consigliere regionale del Prc evidenzia che “i provvedimenti e i tagli del ministro Gelmini rappresentano un attacco grave ed inaccettabile al sistema pubblico dell’istruzione e all’occupazione: lo smantellamento del sistema pubblico dell’istruzione nazionale perseguito scientemente dal Governo va a ledere uno dei principi fondamentali della nostra costituzione, favorendo i privati e il ritorno ad una scuola classista”. Vinti osserva poi che “il ministro Gelmini è riuscito in piena estate a determinare il più grande licenziamento di massa nella storia del nostro Paese che in tre anni riguarderà 150 mila precari. In Umbria 571 insegnanti e 221 lavoratori amministrativi e tecnico ausiliari perderanno il posto di lavoro a causa dei tagli previsti, con pesantissime ricadute sul fronte della riduzione del numero delle classi, sulla cancellazione di alcuni indirizzi di studio, sulle attività di integrazione dei bambini con handicap, sul tempo pieno fortemente ridimensionato, il tutto mentre nella nostra regione è previsto per l’anno 2009/2010 un incremento della popolazione scolastica di circa 2 mila unità”. Il capogruppo regionale di Rifondazione comunista ricorda, infine, che “il Codacons ha denunciato il ministero a 104 procure perché con la 'riforma' si determinano classi numerose e rischi per la sicurezza e che i risultati concreti dei tagli voluti dal ministro sono dunque i licenziamenti, la fine di un sistema nazionale d'istruzione, la messa in discussione del diritto all'apprendimento di qualità per tutti. Per questo le istituzioni devono difendere l'occupazione, il sistema d'istruzione pubblico e i valori fondamentali della Carta costituzionale”. Condividi