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PERUGIA - Favorire uno scambio scientifico e culturale sul carcinoma mammario evidenziando analogie e diversita' per un confronto fra l'approccio oncologico italiano e quello francese. Questo lo scopo del secondo incontro italo-francese sulla patologia in programma a Perugia, l'11 e il 12 settembre. L'appuntamento, in calendario nella Sala della Partecipazione del consiglio regionale, e' stato organizzato da Cynthia Aristei ed Elisabetta Perrucci, rispettivamente professoressa responsabile e dottoressa dirigente della Struttura Complessa di Radioterapia Oncologica dell'Azienda Ospedaliera e dell'Universita' degli Studi di Perugia e da Bruno Cutuli, radioterapista oncologo nell'Ospedale di Reims. La due giorni, alla quale parteciperanno i principali esperti italiani e francesi del settore, spiega una nota dell'organizzazione, vuole anche focalizzare l'attezione su aspetti ancora non completamente definiti, riguardanti gli ambiti e le competenze delle figure professionali del radioterapista oncologo e dell'oncologo medico, nell'ottica di un approccio multidisciplinare al paziente. Argomento particolarmente dibattuto in pazienti trattate per carcinoma mammario e' quello delle ripercussioni che i diversi tipi di follow-up, ovvero gli accertamenti programmati dopo il trattamento (minimalista, basato sulla sola mammografia annuale, o intensivo che utilizza piu' esami strumentali a cadenza periodica) possono avere sotto l'aspetto terapeutico e sotto quello psicologico, senza trascurare le ricadute di carattere economico e medico legale. A tale scopo al follow-up, nelle sue diverse accezioni, gli organizzatori hanno dedicato una sessione, moderata da Stefano Magrini dell'ateneo di Brescia e da Emilio Gentile Direttore del Dipartimento di Diagnostica per Immagini e di Laboratorio dell'Ospedale S.Maria della Misericordia. Per l'approccio radioterapico, il confronto vedra' impegnati gli scienziati sui pareri favorevoli o meno circa le diverse opzioni da valutare dopo un intervento di chirurgia conservativa. Tra queste l''Irradiazione Parziale della Mammella', una delle piu' recenti novita' nel trattamento radiante del tumore al seno. Con questa modalita' terapeutica viene irradiata esclusivamente la sede del tumore ed il relativo margine di sicurezza. Le esperienze acquisite con questa metodica permettono di ridurre la durata del trattamento a 4-5 giorni, contro una durata standard di 25-30 giorni. Un motivo in piu' per guardare con fiducia ai progressi della scienza viene dalla consapevolezza che le pazienti possono sempre piu' optare per una chirurgia conservativa. In assenza d'irradiazione parziale le pazienti sarebbero sottoposte o ad asportazione della mammella o a chirurgia conservativa senza radioterapia, con un elevato rischio di recidiva. L'irradiazione parziale migliora la qualita' di vita di molte pazienti, con una sensibile diminuzione degli effetti collaterali, che si osservano prevalentemente in mammelle voluminose, ma non tutte possono essere sottoposte all'irradiazione parziale e pertanto le candidate a questo tipo di trattamento devono essere selezionate. L'argomento sara' dibattuto da Roberto Orecchia, dell'Istituto Europeo di Oncologia di Milano e da Alain Fourquet, dell'Istituto Curie di Parigi. Quest'ultimo nella relazione conclusiva esaminera' l'importanza degli studi multicentrici internazionali, nell'ottica di un miglioramento delle prestazioni erogate alle pazienti quando piu' gruppi internazionali sanno confrontare le diverse esperienze. Nella Struttura Complessa di Radioterapia Oncologica dell'Ospedale perugino, prosegue la nota, oltre l'irradiazione parziale della mammella, vengiono praticate altre tecniche speciali e sofisticate di radioterapia, come la radioterapia ad intensita' modulata, la radioterapia stereotassica e la radiochirugia. L'impiego di queste metodiche richiede una stretta collaborazione ed un costante training di tutte le figure professionali operanti nel reparto (medici, tecnici, infermieri e fisici medici) e questo impegno ha determinato lo scorso giugno il conseguimento da parte della Struttura dell'Accreditamento Istituzionale della Regione Umbria; tale procedura prende in esame i requisiti di qualita' delle strutture sanitarie pubbliche e private e si basa sulla Norma ISO 9001:2000 e sulla Linea Guida 9004:2000 che prevedono una valutazione del miglioramento continuo dei percorsi assistenziali. Le attivita' altamente qualificate, gli studi pubblicati su riviste scientifiche internazionali,l'attenzione per il confort e l'umanizzazione della Struttura di Radioterapia hanno consentito, inoltre, l'assegnazione all'Azienda Ospedaliera di Perugia del riconoscimento dei 3 Bollini Rosa dall'Osservatorio Nazionale per la Salute della Donna (Onda) come Struttura Sanitaria vicina alle patologie femminili. Condividi