MILANO - Dura lo spazio di un mattino la presunta tregua nel Pdl tra Fini e Berlusconi, che, anzi, si riaccende immediatamente ancora più vivace di prima dopo che il premier a Milano aveva attaccato i giudici, risposto sdegnato alle accuse di ledere la libertà di informazione, e sdrammatizzato le ultime polemiche ("Con Fini tutto è a posto" e giovedì, al seminario di Gubbio, ci sarà il chiarimento definitivo). Infatti il presidente della Camera gli ha replicato a stretto giro: "Nulla è a posto, non si devono nascondere i problemi". Un chiaro riferimento al pesante attacco di Feltri nei suoi confronti che, in un articolo pubblicato ieri sul Giornale, quotidiano di proprietà della famiglia Berlusconi, gli aveva praticamente dato del voltagabbana chiedendogli addirittura se fosse ancora di destra. Da Milano, intanto, il premier aveva lanciato un duro attacco alla magistratura e richiamato "all'unità le parti politiche" per poter meglio affrontare la crisi. "Lasciar da parte i contrasti", rinunciare al "tutti contro tutti" ma "andare avanti come una squadra". Berlusconi si è difeso anche dalle accuse di minare la libertà di stampa, affermando "non sono un dittatore, in Italia la libertà di stampa è diventata libertà di calunniare". L'attacco alle procure - "E' una follia che ci siano frammenti di Procura che da Palermo a Milano guardano ancora a fatti del '92, del '93, del '94". A margine della manifestazione, Berlusconi ha dichiarato che "quello che mi fa male e' che gente cosi', con i soldi di tutti noi, faccia cose cospirando contro di noi che lavoriamo per il bene comune del Paese''. Condividi