di Daniele Bovi
Alleanze e metodo di scelta dei candidati per le prossime regionali, vero banco di prova per verificare se il Pd esiste o meno. Di questo si è parlato fino a pochi minuti fa alla riunione della segreteria nazionale del partito, allargata anche ai segretari regionali. Di tutto questo Umbrialeft ha parlato con il segretario del Pd umbro Bruscolotti.
Capitolo alleanze. Qui, è stato detto all’interno della riunione, bisogna partire da un punto fermo, ossia l’indisponibilità dell’Udc ad un accordo su scala nazionale. Quindi, c’è la necessità di lavorare ad una alleanza “regione per regione”.
“Le alleanze – dice ad Umbrialeft il segretario del Pd umbro Maria Pia Bruscolotti -, come è stato detto, sono possibili con tutti i partiti dell’opposizione. E quindi parlo dei due raggruppamenti della sinistra radicale, dell’Udc e dell’Idv. L’indicazione che è venuta fuori è stata quella di lavorare e sondare la disponibilità di tutte le forze”. Non c’è niente di predefinito insomma, si parte da un foglio bianco. “Queste alleanze però – precisa la Bruscolotti – debbono essere programmatiche. Prima si dovranno verificare le idee che ci sono per il futuro della regione, e poi si faranno le alleanze sondando anche la disponibilità del partito di Casini”.
Il tempo comunque, mai come in questo caso è tiranno. Con il congresso di mezzo e con segretari regionali che, parola di Bruscolotti, “difficilmente si insedieranno prima del 15 novembre”, la finestra operativa in vista delle elezioni (fissate per il 20 e 21 marzo) è veramente stretta. Sulla modalità di scelta dei candidati presidenti poi, nella riunione si è stabilito che il metodo da seguire sarà quello delle primarie di coalizione, così come impone l’articolo 20 dello statuto del partito. Consultazioni da tenere indicativamente tra il 6 dicembre e il 24 gennaio. La regione, in sintesi, rischia di vivere in un clima di campagna elettorale permanente da qui fino alla fine di marzo. Auguri. “Prima comunque – tiene a precisare la Bruscolotti – va trovata la coalizione, poi parleremo di candidati”.
Una via di uscita all’ipotesi primarie comunque c’è, ed è stata illustrata nella riunione. Qualora gli alleati infatti, in una regione, preferissero optare per un altro metodo per scegliere il candidato presidente, il Pd di quella regione potrà accedere a tale richiesta, se la decisione sarà votata dai tre quinti dell'Assemblea regionale del partito.
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