di Gianluca Pozzi
Le forze di sinistra dell'Umbria devono lottare per far approvare l'ipotesi di legge regionale uscita dalla riunione di maggioranza del centrosinistra regionale. E lo devono fare anche se il premio di maggioranza per la coalizione vincente verrà pescato da un listino bloccato che porta i nominati al 10 per cento del totale degli eletti.
Turarsi il naso su questo aspetto - che fa tanto legge nazionale Porcellum - è d'obbligo per due motivi su tutti: 1) questa legge permette di far tornare il programma al centro delle alleanze. E le priorità sono un welfare più forte, liberare risorse per rilanciare l'economia, più denari alle famiglie dei lavoratori, meno precariato e ambiente. Se al Pd questo non piace allora questa legge consente ad una coalizione di sinistra di poter battersi fuori e dentro le istituzioni. Perchè la legge elettorale - superato un 4 per cento - consente ad un terzo polo di essere rappresentato attraverso il candidato presidente. Questa è una svolta che incrina il bipolarimo e l'alleanza forzata per non sparire.
2) la riduzione da 36 consiglieri previsti dallo Statuto regionale a 31 è un chiaro segnale che la politica umbra non vuole e non si sente casta mangiatrice di bilanci. Un segnale che può evitare una parte di astensione e che ridà slancio alla questione morale tanto caro alla sinistra e ora preda soltanto dell'Idv.
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08/09/09
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