ROMA - Vi ricordate la solenne promessa di Berlusconi durante il G8 all'Aquila? Aveva assicurato che l'Italia avrebbe versato entro il 31 agosto al Global Found 130 milioni di dollari per combattere Aids, malaria e tubercolosi, ma quei soldi l'Italia non li ha ancora erogati ed è stata resa nota del Tesoro che farebbe slittare questo impegno al 2010. Solo che queste gravi malattie continuano a mietere vittime ed in mancanza di risorse c'è il rischio che le cure vengano interrotte del tutto. Questo ha naturalmente provocato la indignata sollevazione delle organizzazioni non governative impegnate sul campo che avevano creduto alle promesse del premier (da ActionAid all'Osservatorio Italiano sull'Azione Globale contro l'Aids - rete che racchiude 21 ong tra cui la stessa ActionAid - Aidos, Amref, Aidos, Cesvi, Coopi, Cuam, Intervita, World Friends) fino a Medici senza Frontiere, premio Nobel per la pace nel 1999. E dire che, preso dall'entusiasmo, Berlusconi si era spinto anche oltre, annunciando che l'Italia avrebbe fatto anche di più, aggiungendo altri 30 milioni ai 130 della quota stabilita per il 2009. Tecnicamente l'Italia non è comunque ancora inadempiente, essendoci tempo fino al 31 dicembre per provvedere, ma resta il fatto che la scadenza indicata da Berlusconi non è stata rispettata e per di più, come abbiamo detto, incomberebbe sulla promessa del cavaliere la scure del Tesoro. E' perciò comprensibile la preoccupazione che si avverte all'Osservatorio Aids: il timore è che, abbassati i riflettori del summit G8, le promesse fatte dal presidente del Consiglio all'Aquila finiscano nel dimenticatoio: "Avevamo accolto positivamente - affermano - l'annuncio, augurandoci che non si trattasse di 'promesse da marinaio'. Vorremmo sapere se e quando il governo terrà fede agli impegni presi". Dunque una scadenza non rispettata, ma ora, a preoccupare, è anche la nota del ministero dell'Economia, che farebbe slittare l'effettiva erogazione dei fondi al 2010. Raffaella Ravinetto, presidente di MSF Italia, tralascia le questioni tecniche e pone il problema concreto delle sospensioni delle cure quando i fondi, da parte dei paesi donatori, vengono dati in ritardo: "Sappiamo che in Malawi, ad esempio, i ritardi nei finanziamenti del Fondo Globale hanno già causato pesanti riduzioni delle forniture di antiretrovirali: in numerose strutture sanitarie gli stock sono ormai molto scarsi, ed esiste il rischio di interruzioni dei rifornimenti. Anche le equipe di MSF in Uganda, Repubblica Democratica del Congo, Zimbabwe e Guinea registrano interruzioni nelle forniture. I ritardi e i i problemi tecnici-amministrativi sottendono un problema di fondo: un "doppio standard" etico rispetto al diritto alla salute fra Nord e Sud del mondo, che è tollerato dalla comunità nazionale ed internazionale, se non nella teoria, sicuramente nella prassi". Giorgio Menchini, dell'Osservatorio AIDS, aggiunge: "Sappiamo che le risorse che il presidente del Consiglio si è impegnato a versare non sono attualmente nella disponibilità del bilancio del ministero degli Affari Esteri per la cooperazione internazionale. Secondo lo stesso ministero, all'inizio dell'anno era disponibile un totale di 180 milioni di euro per "interventi". La nostra preoccupazione è anche fondata sul fatto che nel DPEF non ci sono elementi di sostanza che segnalano un'inversione di tendenza rispetto ai tagli introdotti all'inizio dell'anno (-56%)". Tra le organizzazioni non governative, ActionAid ha monitorato la questione dei fondi per tutto il mese di agosto, con un "count down" sul proprio sito, e il 31 agosto (la data annunciata dal premier) per prima ha tuonato: "Un'altra promessa non mantenuta che mette a dura prova la credibilità del nostro Paese nel consesso internazionale. Questo andamento altalenante riduce l'efficacia dell'azione contro le grandi pandemie. Per fermare il meccanismo di propagazione del virus dell'Hiv-Aids occorrono cure continue: i malati non possono certo permettersi un anno di sospensione dei trattamenti". Il Fondo. L'Italia, guidata dal governo Berlusconi, promosse l'istituzione del Fondo Globale per Aids, malaria e Tbc al G8 di Genova del 2001. Fino a oggi ha salvato la vita a tre milioni e mezzo di persone."Ma già nel 2004 e nel 2006 l'Italia mancò di pagare le quote dovute - ricordano le ong - nel 2007 il governo Prodi pagò 410 milioni di euro con cui vennero saldati gli arretrati e la quota del 2008. Tornato il governo Berlusconi, di nuovo ritardi". "Il comunicato su Sviluppo e Africa del G8 - spiegava nel day after del vertice all'Aquila Victoria Kimotho, coordinatrice internazionale advocacy di AMREF, la Fondazione africana di medicina e ricerca - riconosce il ruolo fondamentale che il Fondo Globale ha assunto in questi otto anni di vita, diventando il primo strumento di finanziamento di programmi contro l'Aids, e invita il Fondo a continuare a sostenere i sistemi sanitari nei Paesi in via di sviluppo. In nessun punto, però, si fa riferimento al gap di risorse, pari a circa tre miliardi di dollari, cui il Fondo deve fare fronte per finanziare programmi per il 2009 e il 2010. Ci sono programmi già approvati e in attesa di essere avviati che, senza un esborso aggiuntivo da parte dei donatori, rischiano di rimanere solo sulla carta. L'unica nota positiva - aggiungeva Kimotho a luglio - è la dichiarazione con cui il presidente Berlusconi ha annunciato il versamento al Fondo dei 130 milioni di euro di quota italiana per il 2009, con l'aggiunta di 30 milioni di dollari per fare fronte all'attuale gap dei finanziamenti". Svanita anche quella. Condividi