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Emiliano Pampanelli Capogruppo del Prc al Comune di Perugia L’ipotesi di affidare la gestione del teatro Pavone all’azienda Liomatic ci lascia perplessi sulle reali prospettive di rilancio culturale della struttura. L’obbiettivo è ridare lustro ad un teatro che, a causa dell’apertura di multisale e della trasformazione della cultura in esclusivo veicolo commerciale, ha perso negli ultimi anni spettatori e risorse. Gli ottocentomila euro di cui parlano i giornali fanno presagire un futuro del Pavone legato esclusivamente a momenti di tipo commerciale, atti solo a rientrare dell’investimento, una gestione che guarderà come unico interesse il profitto e non la valorizzazione storica e culturale di una struttura, anzi di una istituzione, che ancora tanto può dare alla città di Perugia. Questa ipotesi sa di svendita del patrimonio, di privatizzazione degli spazi per fare cultura, di trasformazione del ruolo dell’operatore culturale in semplice esercente: il problema infatti sembra essere esclusivamente di carattere economico, pochi si interrogano su come rilanciare il teatro Pavone sotto il profilo culturale e di una programmazione delle attività che segni il passo con gli altri (pochi!) spazi deputati alla cultura nella nostra città. Crediamo importantissimo porre al centro della discussione il Pavone come veicolo del rilancio di tutto il centro storico: a Perugia serve una struttura polifunzionale, gestita a rete e in grado di svolgere un ruolo di coordinamento tra più soggetti in grado di arricchire la proposta culturale della città. Il Pavone non deve perdere la propria identità di cinema-teatro e contemporaneamente deve diventare a nostro avviso il punto di riferimento di un centro storico sempre più vuoto, di giorno ma soprattutto di notte, di attività e persone. Progetti che servono esclusivamente a fare cassa o a spostare la gente da un punto all’altro di Corso Vannucci non servono:c’è bisogno di riportare in centro persone e cultura. Il Comune faccia la sua parte, ponendosi come obbiettivo il rilancio di un intero pezzo di città e, come già avvenuto in passato, investendo, se necessario, risorse per il bene di Perugia. Condividi