Pubblichiamo l'articolo di Carlo Leoni a proposito della libertà di stampa apparso sul sito di Sinistra democratica
Credo sia venuto il momento, di fronte al più pesante attacco alla libertà d’informazione che si sia mai visto nella storia repubblicana, che ciascuno di noi – persone di sinistra, democratiche, convinti sostenitori dei principi fondamentali della nostra Costituzione - guardi alla propria coscienza e risponda a due domande importanti.
La prima è se si è davvero compresa la gravità di quanto sta avvenendo. La seconda è se si sta facendo tutto il possibile per contrastare questa velenosa torsione autoritaria nella quale si è impegnato in prima persona il Presidente del Consiglio.
L’attacco a l’Unità è solo l’ultimo atto di questa campagna illiberale ma è forse il più grave non solo perché punta esplicitamente alla chiusura del giornale, con una richiesta di risarcimento per presunti danni a dir poco esorbitante, ma soprattutto perché l’atto giudiziario che è stato confezionato, non si fonda su singoli articoli, non cita questo o quel fatto specifico, ma chiama in causa la stessa linea editoriale del giornale fondato da Antonio Gramsci, reo di essere eccessivamente critico nei confronti del capo del governo. In un pese democratico cose di questo tipo non possono e non debbono accadere.
Ma in un Paese democratico non dovrebbe accadere neanche che il direttore del giornale dei vescovi, anch’egli colpevole di scarsi elogi verso Berlusconi venga spinto a dimettersi sulla base di una campagna questa si diffamatoria ordita, usando oscure e inquietanti veline, dal giornale di cui è proprietario il fratello del Presidente del Consiglio. Il precedente direttore di quel quotidiano, evidentemente poco disponibile a mettersi al servizio di questa volontà punitiva verso il dissenso, fu prontamente sostituito da più servizievole dipendente.
E in un Paese democratico, o anche soltanto civile e moderno, susciterebbero più di qualche interrogativo vicende inquietanti che sono però passate quasi sotto silenzio al pari di misteriose “coincidenze” . Nel febbraio scorso. Mentre era in visita a Tirana, Berlusconi dichiarava : “ I direttori di giornali come la Stampa e il Corriere dovrebbero cambiare mestiere “. Poco dopo, guarda caso, entrambi vennero sostituiti.
Potremmo continuare parlando delle dimissioni di Mentana da Matrix o della denuncia di Berlusconi nei confronti de la Repubblica. Ma sono fatti noti e comunque quanto fin qui ricordato credo basti a far comprendere che la situazione in Italia per la libertà di informazione e per il diritto di cronaca e di critica si è fatta veramente allarmante.
Veniamo alla seconda domanda. Si sta facendo tutto il possibile per contrastare questa deriva antidemocratica ? Certamente no.
E’ sicuramente opportuna e degna di tutto il sostegno possibile la manifestazione del 19 settembre a Roma. Ci saremo e ci saranno tutte le persone che non vogliono arrendersi al regime. Ma occorre fare molto di più e ogni giorno. Bisogna indignarsi, discutere con le persone che conosciamo e incontriamo, renderle consapevoli della gravità di quanto sta avvenendo. Far sentire in ogni modo la voce degli italiani che vogliono vivere in un paese libero e democratico.
Debbono fare di più le forze politiche di opposizione. Non solo nel rendere la loro denuncia sempre più forte e incisiva, ma soprattutto nel mettere all’ordine del giorno la costruzione di una alleanza politica potenzialmente maggioritaria che sostituisca questa destra illiberale alla guida del paese. In una parola, i partiti e i movimenti politici del centrosinistra debbono ricominciare a parlarsi e a cercare la strada dell’unità, dopo un periodo fin troppo lungo di incomunicabilità .
La sinistra che sta rinascendo, sotto le bandiere di “Sinistra e libertà”, ha anche questa missione : ricostruire con le lotte e con la discussione pubblica, una alternativa convincente a Berlusconi e al berlusconismo.
Ma perché sia convincente questa nuova alleanza dovrà dire cose chiare su molte cose. E dovrà dirne di molto chiare e nette sul pluralismo e la libertà di informazione, così come sul conflitto di interessi. Spero che anche i più accomodanti tra i dirigenti del PD, abbiano ormai compreso la gravità degli errori commessi nel passato su questo tema. Ora basta. Si deve voltare pagina. La sinistra, per questo, è disposta a spendersi.
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