Da Liberazione del 3 settembre 2009: "Dunque alcune modifiche anche importanti ai regolamenti scolastici, volute dal ministro Gelmini, sono diventate Decreto del Presidente della Repubblica del 22 giugno 2009, pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale del 19/8/2009, e utilmente propagandate sul Corriere della Sera del 21 dello scorso mese. Il fatto che tutto ciò si sia compiuto nel torrido periodo estivo, con le città semivuote e il Parlamento chiuso per ferie, manifesta forse la volontà di sfuggire a immediate reazioni e contestazioni? È comunque inevitabile che tali reazioni e contestazioni avvengano comunque, giacché un paio di queste modifiche (che sarebbe improprio e presuntuoso definire riforme) suscitano gravi perplessità e, una in particolare, aperto dissenso per la sua insensatezza. Comincio da questa che è più grave e importante: dal prossimo anno potranno essere ammessi a partecipare agli esami di maturità soltanto gli alunni che al termine del loro ciclo d’istruzione che avranno conseguito la sufficienza in tutte le materie (o gruppi di materie, di cui non è per di più indicata la composizione: Storia e filosofia? Latino e greco? Matematica e fisica?), mentre finora la sufficienza doveva rappresentare soltanto la media risultante dai voti di tutte le materie nel loro complesso: ad esempio, in passato uno studente che avesse ottenuto due sette, in italiano e latino, e due cinque, in matematica e fisica, otteneva per l’insindacabile giudizio del Consiglio di classe, l’ammissione ad affrontare l’esame di maturità, poiché la media dava appunto il voto 6, cioè la sufficienza, o anche più. Con l’attuale riforma uno studente anche bravo, che ottenga voti più che sufficienti in tutte le materie a eccezione di una soltanto, valutata con un 5, non potrà affrontare la maturità e sarà rispedito a casa perdendo un anno. Crede la signore Gelmini che ciò corrisponda a un rigore giusto o piuttosto ad un accanimento insensato, che i latini giudicavano severamente: summum ius summa iniuria “giustizia estrema estrema ingiusta” (Cicerone, De officiis”)? A questo punto, la signora Gelmini aggiunge una precisazione che rende ancora più grave l’insensatezza di questa modifica che colpirà migliaia di studenti alla fine del prossimo anno scolastico. Prevedendo che, di fronte a uno studente che abbia risultati più che sufficienti in tutte le materie e una sola insufficienza, per esempio un cinque, il Collegio del professori deciderà alzare quel 5 a 6 per puro buon senso e non per favoritismo, la signora Gelmini ha pronunciato queste parole (riferite dal diligente estensore del commento a queste modifiche pubblicate da Corriere della Sera: “Nessuna imposizione all’autonomia dei docenti, piuttosto un pressante invito a tener conto che l’era del “sei politico” o “sei rosso” è definitivamente tramontata”. Come non stupirsi di fronte a questa distinzione fra “imposizione” e “pressante invito” e, a quella astiosa definizione dei “sei politici” o “sei rossi” riferibile a eventi di quasi mezzo secolo fa?
Secondo argomento discutibile – pur nella “buona volontà” che esso rivela – per difficoltà, se non impossibilità, di realizzare quanto esso propone: la possibilità che anche i bambini di due anni e mezzo, e non più soltanto quelli di tre anni, possano frequentare la scuola materna. Ottima cosa, anche per le famiglie. Ma l’aumento considerevole del numero dei bambini, causato da questa “modifica”, significherà inevitabilmente la necessità di accrescere anche il numero delle maestre, oppure il numero delle ore del loro lavoro quotidiano; l’una o l’altra soluzione inevitabilmente comporterà anche l’aumento della spesa per continuare a gestire dignitosamente i cosiddetti asili di infanzia. Riuscirà la signora Gelmini, lei costretta a tagliare i finanziamenti e persino il numero delle cattedre d’insegnamento, a ottenere oggi ciò cui era stata costretta a rinunziare appena ieri?"
Luca Canali
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