Segreteria Regionale PRC
Proprio oggi un amico, insegnante precario da diversi anni, mi ha annunciato che, nonostante fosse il primo in graduatoria per un paio di classi di concorso, ha ottenuto soltanto un incarico annuale nell’ennesima scuola superiore. Tra le altre, avrà una prima con 32 alunni, di cui 2 ragazzi con handicap.
Per l’anno scolastico 2009-2010, immissioni in ruolo di insegnanti della scuola media di secondo grado: 1.
Per quanto riguarda gli insegnanti di sostegno, le medie e le elementari (come si chiamavano una volta) un po’ meglio, ma non di molto.
Ciò che è sicuro, è che 800 lavoratori della scuola, tra docenti, amministrativi e ausiliari, alla campanella d’inizio delle lezioni saranno assenti. Rimarranno a casa, con la rabbia che la precarietà negli anni fa crescere dentro, con l’amarezza che lascia il fallimento di un progetto di vita costruito di anno in anno, di supplenza in supplenza.
Chi ritornerà a scuola saranno sicuramente gli studenti, che in qualche caso non avranno la possibilità di frequentare il corso cui si erano iscritti, in altri dovranno spostarsi per recarsi a scuola a causa della chiusura dei plessi nei piccoli paesi e nella maggior parte dei casi saranno costretti a dividere con altri 30-35 compagni aule dalle dimensioni minime. In ogni modo, le famiglie dovranno sborsare intorno ai 300 euro a figlio per comprare i libri di testo.
La questione dello spazio a disposizione di ciascun alunno nell’aula che lo ospita è rilevante. Esiste, infatti, una legge molto rigorosa su questo punto. I parametri previsti dalla normativa sono: 1,80 mq per alunno per le scuole dell’infanzia, elementari e medie, 1,96 mq per alunno per le superiori. Il Codacons, reputando che inserire più di 25 alunni in un’aula per sopperire al taglio “riformatore” dei docenti configuri un grave reato, ha presentato diversi esposti nelle procure dell'Umbria per interruzione e turbativa di servizio e violazione delle norme sulla sicurezza e di igiene pubblica. Ora potranno costituirsi parte civile anche i docenti precari danneggiati dai tagli e le famiglie dei ragazzi.
Attraverso il continuo elevamento del rapporto docente/amministrativo/ausiliario e numero degli alunni per classe, in base al quale viene stabilita la dotazione organica per le scuole, il governo pensa di risparmiare sull’istruzione pubblica. In realtà, le conseguenze occupazionali delle misure adottate sono già sotto gli occhi di tutti, e quelle didattiche e organizzative non tarderanno a manifestarsi in tutta la loro gravità. La gestione delle scuole sarà sempre più caotica e sempre più indifferente alla tutela del diritto allo studio previsto dalla nostra Costituzione, che dovrebbe in primo luogo ridurre al minimo l’abbandono scolastico. La crescita culturale di ogni alunno è possibile soltanto se vengono garantite le condizioni perché questa si realizzi: l’attenzione dell’insegnante nei confronti di ogni singolo allievo, la continuità didattica, la disponibilità di strumenti educativi adeguati, un numero contenuto di alunni per assicurare una cura individuale e collettiva.
Combattere il disegno violento di riforma della scuola del governo Berlusconi è una necessità. Come farlo è altrettanto importante. Il mondo della scuola è in agitazione, gli insegnanti protestano sui tetti degli edifici scolastici, si denudano, i sindacati di base e la Cgil sono sul piede di guerra. Tutti gli strumenti istituzionali a disposizione vanno sfruttati, le vie legali vanno perseguite, i ricorsi dei singoli o dei gruppi vanno presentati, le proteste dei precari vanno sostenute, nella convinzione che condividere i problemi, mettere insieme le richieste, mobilitarsi unanimemente è la via attraverso cui si realizza una vera opposizione sociale.
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