''Una vicenda che appartiene al passato, ormai chiusa. E' stata violata la mia privacy. Non posso rilasciare dichiarazioni, al momento..''. Parla piano, con un filo di voce che dimostra molto meno dei suoi 30 anni, la donna che fu oggetto delle molestie telefoniche per le quali Dino Boffo è stato condannato nel 2004 a pagare un'ammenda di 516 euro. ''Magari parlerò in futuro ma al momento - ripete rispondendo al telefono - non posso''. ''Vede - aggiunge - c'è un quotidiano che ha diffuso il mio nome di battesimo e le iniziali del mio cognome e così ora tutti sanno chi sono. Ed è stato scorretto'', prosegue con calma.Minuta, molto graziosa capelli neri, un viso da adolescente come si può vedere da una foto sul suo profilo su Fb al quale però non è più possibile accedere. Figlia di una famiglia in vista a Terni, la madre un insegnante impegnata nel volontariato, il padre impegnato in commissioni di comunicazione sociale per la diocesi, la nonna insegnante di pianoforte. La donna al centro del caso Boffo è un'esperta di mondo islamico: diplomata al Pontificio Istituto di studi arabo islamici, poco più che ventenne era andata in Giordania per insegnare la lingua italiana. Numerosi i convegni a cui ha partecipato come oratrice, tra questi anche uno su donne e islam con Souad Sbai, la Presidente dell'Associazione Comunità Marocchina delle Donne in Italia. Condividi