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Mancano otto mesi alla elezioni regionali che mai come questa volta sono vissute come un grande spauracchio dalle forze di centrosinistra. Dopo 60 anni il centrosinistra sente per la prima volta il fiato sul collo della Pdl e alleati. La ditanza è ancora viva tra i due schieramenti, ma il plebiscito del passato è ormai un ricordo. Il distacco tra il popolo e gli amministratori si è fatto molto forte anche in Umbria. Per questo anche gli uomini del Pd e pezzi dell'Idv e della sinistra di casa nostra hanno salutato positivamente la voglia nazionale del maggior partito del centrosinistra di scegliere candidati e programmi attraverso primarie di coalizione. E le alleanze - d'accordo sia quelli della mozione Franceschini che di Bersani - devono essere ampie. Quindi veti alle forze di sinistra non ce ne saranno almeno nel centro italia, dove l'alleanza con l'Udc non ci sarà. Questo clima si rifletterà sul prossimo appuntamento del centrosinistra umbro sulla nuova legge elettorale regionale, previsto per il 7 settembre presso la sede del Pd. L'ipotesi è quella di ricompattare le fila con sbarramenti abbordabili e mantenere un premio di maggioranza alto (65 per cento dei posti in consiglio) per la coalizione che vincerà. Una situazione che non piace al centrodestra: ma i tempi dell'inciucio Pd e Pdl in Umbria - determinati dal veltronismo - sono lontani. Condividi