Dal 42esimo incontro nazionale di studi delle Acli che parte giovedì a Perugia (tema: “Cittadini in-compiuti: quale polis globale per il XXI° secolo), passa un pezzo importante del congresso del Partito democratico. Nel dialogo con tutto il mondo cattolico infatti il Pd si gioca la sua stessa capacità di sopravvivenza. Ed anche se tutti gli sfidanti hanno messo la loro firma sotto la famosa clausola anti-scissione, il rischio di una separazione più o meno consensuale dell’area cattolica permane.
A scontrarsi, volendo semplificare, sono due progetti: uno, quello di Bersani, che mira ad un Pd dove la parola “sinistra” torni protagonista e che deleghi ad un partito di centro (l’Udc) la ricerca del consenso cattolico. L’altro, quello di Franceschini, che mira ad un partito di centrosinistra senza trattini. Tutti e due, comunque, stanno cercando di affinare i loro rapporti con il mondo cattolico.
Alla tre giorni di studi però, sarà Franceschini a giocare in casa, in quanto unico invitato tra tutti i big del partito. Enrico Letta, per esempio, ossia uno di quelli vicini al mondo delle Acli ma che al congresso ha deciso di correre con Bersani, non è stato invitato. Idem per un altro pezzo da 90 di quel mondo come Rosy Bindi, anch’essa alleata con l’ex ministro. Quella delle Acli, dunque, appare come una investitura: quasi a voler dire che è “Dario” il candidato di riferimento.
In vista del 25 ottobre, ossia del giorno delle primarie aperte a tutti, e in una situazione congressuale fluida ma dove, all’interno della macchina partito, dovrebbe, a naso, prevalere l’area Bersani, cercare di seminare un terreno fertile e ampio come quello delle Acli potrebbe rivelarsi da parte di Franceschini una mossa azzeccata.
Cambiando fronte politico, nella prima giornata dell’incontro delle Acli interverrà anche il presidente della Camera Fini. Visto il tema della tre giorni di studi e i continui smarcamenti del presidente dal fronte più duro e puro del suo schieramento, è facile immaginare un intervento ricco di spunti condito da qualche bordata verso il leghismo. Il tema d’altronde, ossia quello della cittadinanza, si presta allo scopo. Da non dimenticare, a proposito, è il progetto di legge bipartisan firmato da Sarubbi (Pd) e dal pidiellino Granata (uomo molto vicino a Fini) che rivede le norme della cittadinanza rendendone il conseguimento più veloce e segnado il passaggio dal principio dello ius sanguinis a quello dello ius soli, benché temperato
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