Carla Adamo
SPELLO (Avi News) – Si terrà domeni, martedì 1 settembre, nel cortile di Sant’Andrea, a Spello, “Chi non la pensa come noi”, lo spettacolo che vedrà esibirsi l’attore e cabarettista Alberto Patrucco in un omaggio al famoso cantautore francese Georges Brassens. Accompagnato da un “Quartetto sotto spirito” (pianoforte e tastiere, chitarre, contrabbasso e clarinetto), Patrucco si esibirà sotto la direzione artistica di Daniele Caldarini.
L’evento, organizzato dalla Musical Box Eventi, è anche un tributo al grande cantautore italiano, Fabrizio De Andrè che si è spesso ispirato al lavoro del poeta francese e ha tradotto molte delle sue opere per farne i testi delle sue canzoni.
'‘Chi non la pensa come noi – anticipano gli organizzatori – è, prima di ogni altra cosa, un incontro tra la verve satirica di Alberto Patrucco, uno dei più corrosivi monologhisti dell’attuale panorama italiano, e il caustico disincanto poetico di Georges Brassens, il più raffinato e ironico cantautore francese del secolo scorso, che Fabrizio De Andrè considerava un maestro. Alcune delle sue più famose canzoni come
Il gorilla’, Morire per delle idee, Le passant, Delitto di paese, Marcia nuziale, Nell’acqua di chiara fontana, infatti, non sono che traduzioni dei testi brassensiani''.
“All’origine della produzione di Patrucco e di Brassens – aggiungono – ci sono diverse epoche storiche, differenti origini, persino distinte discipline: l’arte del monologo da una parte, la canzone d’autore dall’altra. Eppure, in
Chi non la pensa come noi si possono apprezzare lo stesso timbro e le medesime prospettive, oltre al massimo comune denominatore della parola, sempre in primo piano rispetto al contesto. Ed è proprio ‘la parola’ l’attrezzo indispensabile impiegato da questi due ‘artigiani del palcoscenico’ per smascherare le ipocrisie e le assurdità della realtà e della quotidianità”.
“Alberto Patrucco – concludono gli organizzatori - torna a cantare, in uno spettacolo comico, coinvolgente e graffiante che si colorisce qua e là di musica e poesia. Un incontro tra satira parlata e satira cantata, senza che una dimensione risulti estranea all’altra, sul filo di emozioni da anni dimenticate e finite
sotto spirito
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