Angelo Morbidoni
Segreteria Regionale Prc
Nella pagina di Genesi 4, Caino e Abele sono i prototipi dell’umanità considerata nelle sue relazioni fraterne; gli uomini creati tutti uguali come fratelli si oppongono l’uno a l’altro fino a darsi la morte.
Pochi giorni fa a Terni in una frequentatissima via del centro una lite fra componenti di due diverse comunità è affogata nel sangue, a perdere la vita è stato un giovane ucraino.
I motivi scatenanti sono tuttora ignoti, saranno le indagini degli inquirenti a fornire nei prossimi giorni notizie più precise e dettagliate riguardo le motivazioni che si celano dietro questa tragedia.
Pur non emergendo apparentemente analogie considerevoli, la memoria ha riportato la città indietro di due anni, allorché in un noto bar del centro un ragazzo kurdo, perse la vita mentre stava svolgendo con diligenza e abnegazione la mansione di barman.
Questo accortosi che un cliente usciva dal locale senza aver pagato la consumazione , con senso di responsabilità segui all’esterno l’avventore per invitarlo a pagare, ma costui alla richiesta oppose una reazione imprevedibile quanto sproporzionata colpendolo con una testata, di una violenza così inaudita, da farlo cadere a terra privo di vita.
Quella a memoria fu la prima volta che a Terni un immigrato era investito di una responsabilità così grave, allora però non mancarono dolorose giustificazioni all’accaduto, l’aggressore era un uomo emarginato anche dai suoi conterranei, ostaggio della dipendenza dall’alcol si aggirava per le vie di Terni con la sola speranza di appagare i suoi bisogni di delirio esistenziale, per cui il tragico evento finì con l’essere considerato una tragica fatalità.
Inoltre dall’altra parte c’era un perseguitato politico, che aveva ottenuto la cittadinanza italiana e si era immolato, per senso del dovere, a difendere la legalità e gli interessi del suo datore di lavoro.
Il fatto accaduto in questi giorni rischia invece di avere diversa connotazione, anche la modalità dell’esecuzione, una coltellata sferrata ad altezza degli organi vitali, contribuisce a fare assumere alla collettività, lo stereotipo dell’immigrato violento, come l’unico possibile, l’immigrato come suggerisce la Lega venuto in Italia solo per uccidere.
Non è giusto, è l’ennesima violenza culturale del centro destra per spostare l’attenzione dalla causa sull’effetto procurato da questa.
Caino e Abele, in realtà come spiega San Paolo possono coesistere nella stessa famiglia, nella stessa persona, l’amore come l’odio vengono insegnati, possono essere alimentati strumentalmente o possono essere espressioni culturali, ma quel che è certo non sono sentimenti caratterizzanti il DNA di nessuna razza.
Questa premessa rende possibile comprendere cosa ha spinto quell’immigrato del Bangladesh che non curandosi della sua condizione di clandestino denuncia tre individui pericolosi per la comunità e a discapito dei pregiudizi in voga, giustifica anche il comportamento di quel non meglio identificato rumeno che per strappare dai gorghi del mare in tempesta tre italiani, sacrificò la sua vita.
I malavitosi che tengono in ostaggio intere regioni della nostra civilissima Italia e che non inorridiscono a decretare sentenze di morte che prevedono la dissoluzione nell’acido di un bambino di 11 anni, sono nostri fratelli e qualche volta se diventano collaboratori di giustizia come premio vedono condonati tutti i loro crimini e ricevono cospicui vitalizi.
Quella macchia di sangue visibile sul vecchio selciato, residuale testimonianza delle violenze perpetrate e istigate dal Fascismo, perciò non sta li a condannare nessuna razza, sta li solo a denunciare le contraddizioni e le incoerenze dello scibile umano.
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