Dopo la protesta (bipartisan) contro il centro di accoglienza per gli immigrati gestito nel centro di Todi dalla Caritas cittadina (la notizia dell'esposto era stata data da Umbrialeft, per leggere clicca qui
http://www.umbrialeft.it/node/22187), in mattinata arriva la replica del vescovo di Todi-Orvieto Giovanni Scanavino, che pubblichiamo integralmente:
"In merito ad una Petizione di cittadini tuderti per presunti schiamazzi presso l’istituto Crispolti di Todi e che ha avuto eco nella stampa locale come ordinario diocesano e quindi come Presidente della Caritas diocesana sento il dovere di comunicare alcune semplici considerazioni:
1. Innanzitutto, sono rammaricato se l’ospitalità di persone ha suscitato in qualche caso disturbo per la quiete e per la pacifica convivenza nella zona prospiciente il Centro di accoglienza di Todi e, naturalmente, come si è sempre fatto, si farà di tutto per eliminare o attenuare i problemi, anche se rimangono incomprensibili presunti disturbi per persone abitanti molto lontani.
2. Al Centro sono ospitati persone “inviate” dal Governo italiano perché possano intraprendere un percorso di verifica delle storie personali, ai fini del riconoscimento dello status di Rifugiato, e di inserimento sociale. Sfida e compito certamente difficili.
L’opera che volontari ed operatori compiono può essere definita come una sorta di advocacy, caratterizzata da almeno tra linee di lavoro: l’aiuto a preparare l’audizione presso la Commissione ministeriale che accoglierà o respingerà il richiedente dal nostro Paese; l’aiuto all’inserimento lavorativo; l’aiuto per un percorso di inserimento sociale e di educazione alla convivenza civile nel rispetto della cultura e delle leggi italiane.
Tutto ciò viene fatto quotidianamente, tanto che in questi anni più di 70 persone rifugiate lavorano nel territorio, hanno formato famiglie, ecc.
Complessivamente, questa Caritas stima quasi un migliaio di nuovi residenti non italiani, grazie anche al lavoro di accoglienza all’Istituto Crispolti, si sono poi stabilizzati nella comunità e divenendo normali contribuenti. La recente pubblicazione della Caritas: “Essere rifugiato a Todi” né costituisce preziosa testimonianza.
Certamente, tra molti, qualcuno può avere o aver avuto comportamenti non consoni alle nostre leggi, in tal caso, queste situazioni sono state sempre segnalate alle forze dell’ordine competenti. Piena disponibilità, quindi, a collaborare con quanti vorranno contribuire a migliorare la qualità dell’accoglienza del Centro nel rispetto dei diritti di tutti.
3. Tutti i giorni, attraverso i mezzi di comunicazione, veniamo a conoscenza dei drammi e delle difficoltà che il mondo globale ha portato. Ma, anche oggi dopo 2000 anni, l’insegnamento di Gesù con la parabola del Buon Samaritano vale per tutti noi: 'Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e incappò…'".
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