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di Amedeo Babusci - segretario circolo Prc Perugia Il Comune di Perugia si attivi immediatamente affinché il teatro Pavone possa riaprire il più presto possibile con una programmazione tale da rappresentare il rilancio culturale della struttura e di un pezzo importante di centro storico. Questo l’appello che ci sentiamo di lanciare all’amministrazione. La vicenda del teatro Pavone si trascina ormai da tempo e la sua chiusura, in questo caso non estiva ma dovuta all’assenza di una gestione, era assolutamente evitabile. Quello che sconcerta maggiormente è che a fronte di una richiesta avanzata da alcuni soggetti, protagonisti della vita culturale perugina ormai da anni, il Comune, come l’assenza attuale di un gestore dello spazio dimostra, si sia defilato, come se il futuro del Pavone fosse una questione privata tra soggetti privati e non una questione dirimente sul futuro delle politiche culturali e sociali di Perugia. Non è chiaro cosa accadrà, ma è chiaro, almeno leggendo i giornali dei giorni scorsi, quello che è avvenuto: la richiesta da parte di Zero in Condotta di un abbassamento sensibile dell’affitto mensile è del tutto legittima, non legittimi sembrano i 50mila euro annui di affitto da parte del Comune (“Corriere dell’Umbria” 28 agosto 2009) per poco più di dieci serate. Più che una legittima richiesta d’affitto per gli spazi somiglia molto ad un finanziamento ingiustificato ad un ente privato, anzi sperpero di risorse, in un periodo nel quale le politiche culturali soffrono maggiormente i tagli di spese. Il futuro del Turreno sembra già scritto, quello del Pavone è drammaticamente presente, Umbria Jazz da molto tempo ormai ha perso quell’appeal popolare che l’ha resa celebre: al centro storico rischia di rimanere solo Eurochocolate che della manifestazione culturale o di carattere economico (vedi le fiere sulle quali molte città puntano anche come volano per l’economia oltre che per il turismo) ha ben poco. Anzi, ormai è chiaro che la location di Corso Vannucci è esclusivamente funzionale a racchiudere il maggior numero di visitatori possibili intorno alle bancarelle (non certo stand) della cioccolata e non certo alla valorizzazione del centro storico. La speranza è di non vedere il teatro Pavone aperto solo nei giorni di Eurochocolate: si torni quindi a investire nella cultura vera, nella riqualificazione del grande patrimonio inutilizzato e sottoutilizzato di questa città e in quello che si rischia di perdere. Condividi