E.P.
In un articolo pubblicato stamani da Il Messaggero, a firma di Remo Gasperini, collega solitamente ben informato e non aduso a scoop privi di riscontro, si danno per certi contatti ripetuti fra l’attuale presidente del Perugia Calcio, Leonardo Covarelli, e un ramo della potente famiglia eugubina dei Colaiacovo, per la precisione quello che fa capo a Franco e Giuseppe e che controlla la Sirci, l’impresa che produce tubi.
Al centro dei colloqui, ipotizza Gasperini, assai probabilmente un “aiutino” all’A.C.Perugia e fors’anche la cessione ai Colaiacovo della società stessa. In particolare i Colaiacovodi turono sarebbero stati allettati dal progetto “città dello sport” che potrebbe crescere ancora qualora si concretizzasse l’idea accarezzata da Adisu e Università di creare a Pian di Massiano, nell’area adiacente al Curi, un campus universitario.
Come si vede la notizia era ricca di particolari credibili, se non che, attorno a mezzogiorno di oggi, Alfonso Patruno, amministratore delegato dell’operatore di telefonia mobile Wavemax, e non di Sirci (come erroneamente riportato dal Messaggero) che il quotidiano romano indicava come interlocutore diretto di Covarelli per conto dei Colaiacovo, affidava ad un’agenzia una nota nella quale smentiva tutto, lamentando di non essere stato sentito al riguardo dal giornale.
In pratica Patruno, nel dirsi “lusingato delle attenzioni” dedicatagli, rende noto “di non aver avuto mai il piacere e l'opportunità di conoscere il Dott. Leonardo Covarelli o il suo entourage, di non aver mai condotto alcuna trattativa relativa al Perugia Calcio e di non essere a conoscenza di alcun tipo di trattativa tra il Gruppo Gold (di cui è Direttore Generale e che controlla un quarto di Financo e Colacem al pari degli altri tre rami familiari Colaiacovo) e il Perugia Calcio”.
Come se questo non bastasse lo stesso aggiunge: “Parimenti anche Sirci Gresintex Spa, altra controllata da Gold, non risulta aver mai avviato alcuna trattativa con il Perugia Calcio”.
In conclusione “pur esprimendo perplessità su questo discutibile e dannoso modo di agire del Messaggero e per la mancanza di verifica delle informazioni da parte del giornalista autore dell’articolo e dei suoi informatori, auspica che il Perugia Calcio possa comunque individuare altre importanti soluzioni di sviluppo”.
Fin qui i fatti, ma ciò che non torna è che in tutto questo bailamme manca completamente la voce di una parte importante in causa, ovvero quella dell’A.C. Perugia che ci auguriamo voglia presto fornisci la sua versione su quanto è accaduto, o non è accaduto.
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