L’Assessorato alle Politiche attive del lavoro della Regione Umbria ha reso noti i risultati del bando del gennaio 2008, pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione in data 20 febbraio dello stesso anno, rivolto all’inserimento lavorativo dei giovani e delle giovani laureati e alla stabilizzazione dei lavoratori e delle lavoratrici precari. Il bando, finanziato con risorse europee del “Por-Fse” (Programma operativo regionale Fondo Sociale Europeo) 2007-2013, asse “Occupabilità” e compreso nel programma di politiche attive del lavoro 2007, poteva contare su un totale di 7.301.989 euro, dopo un intervento integrativo dello stanziamento iniziale, deciso dalla Giunta regionale, in funzione dell’alto “gradimento” dell’iniziativa tra i giovani e le imprese.
Le integrazioni, particolarmente significative, hanno riguardato due degli interventi previsti dal bando: i fondi della Azione 1A (“work esperienze” di sei mesi, per laureati e laureate, minimo 70% donne, con borsa lavoro di 800 euro al mese) sono stati incrementati di 2.610.000 euro fino a raggiungere il totale di 3 milioni; l’Intervento 2 (incentivo di 6mila euro per l’assunzione a tempo indeterminato di lavoratori precari, di cui almeno il 50% donne, con obbligo per questi di rimanere per almeno 36 mesi in quel lavoro) è stato integrato con 2.691.989 euro, fino al totale di 3.691.989 euro. L’Azione 1B (incentivo di 7.500 euro alle imprese che assumono a tempo indeterminato il laureato/a che ha svolto la “work esperienze” e che, a sua volta, è tenuto a restare legato al rapporto di lavoro per almeno 36 mesi) ha avuto risorse per 610mila euro.
Le integrazioni hanno consentito di ammettere a finanziamento tutte le domande giudicate ammissibili dalla Commissione giudicatrice. Esse sono state 617, di cui 438 donne, nella azione A1; 35 (per 46 assunzioni) nell’azione 1B, 187 per l’intervento 2 che ha consentito di stabilizzare il lavoro di 655 precari, di cui 392 donne.
Caratteristica innovativa del Bando – si fa notare all’Assessorato regionale - è stata la sua apertura non solo alle imprese private e ai soggetti ad esse assimilabili, ma anche ad altri organismi di natura privata che, sulla base della propria struttura e organizzazione, fossero in grado, potenzialmente, di garantire gli sbocchi occupazionali desiderati.
Questa impostazione ha notevolmente ampliato la platea dei destinatari, consentendo, fra l’altro, sia la stabilizzazione di lavoratori precari sia la collocazione di laureati in possesso di cosiddette “lauree deboli” in ambiti diversi dalle imprese in senso stretto, come associazioni operanti in diversi settori e studi professionali (escludendo ovviamente per questi ultimi la coincidenza della “work experience” con il tirocinio o la pratica obbligatoriamente previsti per l’iscrizione agli Albi professionali).
“I dati sui partecipanti al bando e sugli ammessi ai finanziamenti – ha detto l’assessore regionale Maria Prodi - sono tanto soddisfacenti da suggerire di porre allo studio la possibilità di ripetere analoga iniziativa, sempre utilizzando le risorse europee del ‘Por-Fse’ 2007-2013”.
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