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CASCIA - Si terrà domani pomeriggio alle 17,30, nella frazione casciana di Villa San Silvestro, alla presenza dell’Assessore Regionale Rometti, la conferenza di chiusura della campagna di scavi archeologici che sta restituendo al presente resti importanti di una civiltà di oltre 2000 anni fa. La campagna di scavi è ripresa, dopo una lunga pausa, nel 2006 sotto la direzione scientifica del professor Coarelli, sostituito poi dal professor Bracone, dell’Università di Perugia. In questi tre anni, notevoli i reperti tornati alla luce, in un’area di circa 4.000 mq che continua ad estendersi. Gli scavi di quest’anno, infatti, hanno fatto riemergere vecchie case coloniche romane risalenti al III-II secolo a.C. e soprattutto i resti di quello che sarebbe il villaggio sabino di età arcaica su cui i romani costruirono tempi ed abitazioni. Una scoperta emozionante per gli addetti ai lavori considerando che si tratterebbe del secondo villaggio sabino riportato alla luce in tutta Italia. Elementi interessanti arrivano anche dalle case coloniche: la loro disposizione, spiegano gli archeologi impegnati sul campo, è stranamente irregolare. È da considerare, tuttavia, che l’area è così vasta che al momento non si è ancora consapevoli di quante altre abitazioni possano trovarsi sepolte dal terreno e in come siano disposte. Non sono mancati, infine, ritrovamenti di tombe tardo antiche abbastanza diffuse nell’area. Molti dei pezzi rinvenuti, anche durante le precedenti campagne di scavi, comprese quelle degli anni Ottanta, sono state messe in mostra presso il Museo Civico di Palazzo Santi a Cascia. L’esposizione, allestita dalla dottoressa Diosono in collaborazione con gli architetti Batocchioni e Romagnoli, sotto la direzione scientifica del professor Coarelli, rientra nel più ampio cartellone espositivo organizzato per il bimillenario della nascita di Vespasiano, che ha il punto di partenza presso il Colosseo a Roma e si snoda poi nel territorio dell’antica regione di provenienza dell’imperatore, la Sabina, appunto, con mostre a Cascia, Cittareale, Norcia e l’Aquila. Il museo casciano, che ha visto aumentare di oltre il 200% il numero dei visitatori grazie a questa mostra, espone circa 150 pezzi tra terrecotte figurate e dipinte, monete e oggetti che testimoniano la vitalità e l’importanza del sito; ma molti altri reperti, in particolare ceramiche, non sono state esposte perché necessitano di un lungo e meticoloso restauro. Dei pezzi in mostra è stato realizzato anche un catalogo, in vendita presso l’Associazione Tellus, creata dagli archeologi e dagli studenti impegnati negli scavi per raccogliere i fondi necessari a riportare alla luce il passato. Durante tutto l’anno l’Associazione si adopera per raccogliere soldi (info sul sito www.associazionetellus.it) da impegnare nelle campagne di scavi con eventi come la cena ispirata all’antica Roma che per il secondo anno consecutivo si è svolta la scorsa settimana a Cascia. Condividi