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GUBBIO - "La legge cosi' com'e' stata approvata penalizza, sottovaluta, se non offende la Festa dei Ceri, e' quindi per noi inaccettabile". E ancora: "Una Festa candidata ad essere un bene immateriale tutelato dall'Unesco non puo' essere confusa con tutto e di piu'". Lo ha detto Orfeo Goracci sindaco di Gubbio nell'annunciare un incontro pubblico sulla recente Legge Regionale 'Disciplina sulle Manifestazioni Storiche' approvata con delibera n. 319 del 21 luglio scorso. "Il primo settembre - ha spiegato Goracci - ci incontreremo con le componenti che hanno un ruolo nella Festa dei Ceri e con i rappresentanti di altre manifestazioni storiche per assumere una posizione, possibilmente unitaria, nei confronti della Legge. Una posizione unitaria che - ha aggiunto - dovrebbe essere piuttosto facile in quanto gia' in data 11 febbraio 2008 inviammo le nostre osservazioni sulla disciplina delle manifestazioni storiche alla III Commissione del Consiglio Regionale dell'Umbria, e il 16 giugno dello scorso anno approvammo un ordine del giorno in Consiglio Comunale". Goracci, non senza vena polemica verso "l'unico eugubino rappresentante in Consiglio Regionale, Pavilio Lupini" responsabile, a suo dire di "cambi di 'casacca' politica in barba alla volonta' degli elettori" nonche' di un certo lassismo nei confronti dell'iter della legge, ribadisce "faremo l'incontro il primo settembre perche' il 7 sara' a Gubbio la Presidente Maria Rita Lorenzetti e potremmo consegnarle un documento". "A lei e all'assessore alle attivita' culturali Silvano Rometti - prosegue Goracci - suggerisco una 'via di fuga' seria che puo' mantenere l'impianto della legge per dare soddisfazione a quasi tutte le citta' umbre e mantenere quel ruolo unico che spetta alla festa dei Ceri". Per il sindaco, infatti, la Festa dei Ceri non puo' ricevere lo stesso trattamento, anche in materia economica riservato dalla Legge a "rievocazioni, se non sagre, che hanno 5 anni di vita. Non e' serio, e' irrispettoso. I Ceri devono avere un binario proprio, diverso da tutto il resto, poi dovra' esserci un elenco di manifestazioni storiche e culturali vere, importanti e Gubbio non avra' difficolta' a presentarsi con livelli d'eccellenza assoluti come sono il Palio della Balestra, dagli oltre 500 anni di storia documentata, o la processione del Venerdi' Santo". In definitiva la legge dovrebbe prevedere 'un altro elenco' nel quale comprendere quelle manifestazioni che per spessore e vetusta' non possono avvicinarsi ai Ceri di Gubbio. "Se non dovessimo poi trovare consenso - conclude Goracci - non avremmo difficolta' a dire che la Festa dei Ceri non ha motivo di stare in un elenco di una legge che anziche' esaltarla la umilia, non e' campanilismo, e' lettura dei fatti, e la Regione dell'Umbria che ha scelto i Ceri come suo simbolo - auspica - non puo' non concordare con quanto esposto". Condividi