Piero Fassino in una intervista rilasciata al Corriere dell’Umbria di oggi, fra le altre cose ripropone un tema che a dire il vero appariva superato, e cioè la modifica del sistema delle alleanze in Umbria, ingaggiando l’Udc di Ronconi a partire dalle prossime elezioni regionali. Sorprende e non poco l’uscita dell’ultimo segretario dei Ds perché c’era da ritenere che fosse informato sulle dinamiche politiche umbre e sul fatto che l’Udc ha scelto in maniera pregiudiziale di essere all’opposizione dello schieramento di centrosinistra. Questa vicenda di allargare la maggioranza all’Udc si è sviluppata in un dibattito pubblico durato molti mesi nel 2008. La conclusione è stata che le forze storiche e quelle nuove del centrosinistra hanno stipulato un accordo programmatico per le elezioni amministrative del 2009 e, in quell’accordo, ribadendo la natura del centrosinistra umbro, l’Udc non solo non ci si è ritrovato, ma neppure si è seduto al tavolo di confronto. Generalmente infatti nelle elezioni amministrative il partito di Casini in Umbria si è ovunque schierato con la Pdl, fatta eccezione per alcuni casi tra cui Marsciano, dove si è andata a costituire una coalizione anomala dall’Udc al Pdci. Coalizione che ha vinto le elezioni contro Rifondazione e due liste civiche per un pugno di voti. Ovviamente se Fassino volesse riaprire la questione ci ritroveremmo alla smentita clamorosa del percorso del centrosinistra dell’Umbria che, per quanto legittimo, non potrebbe che creare un vero e proprio terremoto politico e istituzionale. La nostra idea infatti non solo è quella che la politica debba essere autonoma dalle gerarchie vaticane e da ogni tendenza liberista, ma che occorrano nuove idee e nuove politiche capaci di contrastare gli effetti drammatici della crisi economica sull’apparato produttivo e sui livelli occupazionali. Occorre una nuova politica dei “beni comuni” (altro che la cauzione di Umbria Acque), una nuova politica ambientale abbinata ad un’idea nuova per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti (altrimenti ci saranno dieci, cento, mille Bettona e Marsciano), una nuova stagione della laicità delle istituzioni. In sostanza, occorrono politiche differenti e alternative a quelle che propone l’Udc. Rifondazione comunista ritiene che questa politica si sostanzi con la creazione, anche in Umbria, della Federazione della sinistra di alternativa, che dentro un percorso unitario ma autonomo delle forze di sinistra ribadisca la tradizione politica e culturale dell’Umbria ma allo stesso tempo sia capace di rinnovarla. Pertanto il Prc dell’Umbria pur rispettando l’Udc non vede alcuna possibilità di allearsi con lei politicamente.
Stefano Vinti
Segretario regionale Prc-Se
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