di Enrico Flamini, segretario provinciale Prc Perugia Ritengo che l’editoriale di Pier Paolo Ciuffi, apparso su “La Nazione - Umbria” di domenica 23 agosto 2009, più che un legittimo commento politico di uno stimabile professionista, possa essere considerato una sorta di scomunica vagamente moraleggiante e confusionaria che mina l’onorabilità, la correttezza e la trasparenza dell’agire politico delle rappresentanze istituzionali di Rifondazione comunista di Perugia che il sottoscritto, come ovvio, tutelerà in ogni sede. Certo. Perché quanto apparso sulla rubrica “Buona domenica”, oltre a non rispondere al vero, è di una gravità per niente trascurabile, in quanto tende a screditare un’intera comunità politica, la sua storia, i suoi uomini migliori, i suoi stessi elettori. Penso che quanto è stato scritto possa rappresentare un precedente pesante per il libero e democratico confronto politico nella nostra regione. Appunto: libertà, democrazia, giustizia sociale, ciò per cui anche in Umbria e a Perugia i comunisti hanno lottato, lottano e lotteranno sempre, annullando spesso la propria vita personale con esempi estremi di impegno, sacrificio ed onestà. Ma tutto questo Ciuffi sicuramente lo sa. Auto blu? Cachemire? Segretari duplicati? Ben altra è l’attualità nelle sue articolazioni politiche ed amministrative, ben altra è la storia dei comunisti e della sinistra dell’Umbria. Storia che ha un presente con un peso politico evidentemente indigesto a una certa parte di stampa, questa sì chic e borghese. Nessun pugno rattrappito, nessun ideale da mettere in soffitta, nessun privilegio da casta. Noi ci riconosciamo, giorno dopo giorno e ognuno con il compito che gli è stato attribuito, in un progetto politico che non taglia con il passato e che resta sempre presente nelle lotte di oggi e di domani. Anche a partire da Berlinguer, dalla sua lezione, che ponendo la questione morale, indicò proprio il rischio che corre la democrazia quando viene meno il nesso tra etica e politica. Rischio che non corriamo. Rifondazione comunista non lavora per “le poltrone”, ma per costruire una alternativa, per creare una vera opposizione sociale e politica al governo Berlusconi che si riconosca nella lotta per i diritti dei lavoratori, dei pensionati, degli studenti, dei giovani disoccupati, dei precari, delle donne, dei poveri, degli sfruttati e degli oppressi. Su un punto, però, Ciuffi ha sicuramente ragione: “sono i gesti minimi che spesso danno la misura esatta delle cose”, e un “minimo” editoriale domenicale ha chiarito ai comunisti di Perugia, se ce ne fosse stato bisogno, la linea editoriale e politica de “La Nazione”. Condividi