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di Patrizia Proietti, segreteria regionale PRC Certo che alla Gelmini, le sentenze del Tar del Lazio proprio non vanno giù. La prima ha dato ragione ai docenti precari (e quindi torto al ministero dell’Istruzione) sul cosiddetto “criterio del pettine”, che consiste nel riconoscere il diritto agli insegnanti che fanno domanda in altre province oltre a quella in cui risiedono di essere inseriti in graduatoria in base al punteggio fino a quel momento accumulato, e non in fondo alla lista come il ministro aveva stabilito. La seconda è quella che sancisce che un insegnamento di carattere etico e religioso non può assolutamente essere oggetto di una valutazione sul piano del profitto scolastico, privando gli insegnanti di religione cattolica del compito di assegnare crediti formativi. Ebbene, contro entrambe le sentenze, lei ha usato il pugno di ferro. Nel primo caso, riservandosi di ricorrere al Consiglio di Stato, ha ordinato agli uffici scolastici di non applicare la decisione dei giudici amministrativi, innescando un contenzioso con il sindacato di categoria Anief, il quale ha diffidato le amministrazioni scolastiche ad adempiere e chiesto l’esecuzione coattiva dell’ordinanza del Tar. Se poi il Consiglio di Stato le desse torto, la Gelmini sarebbe pronta a sfornare un decreto ad hoc per imporre la sua decisione. Nel secondo, ha messo a segno un vero e proprio colpo di mano. In vista delle prove di riparazione di fine agosto-inizio settembre e dei conseguenti consigli di classe nei quali si decide se ammettere gli studenti sospesi con debiti all’anno successivo, la ministra ha fatto inserire nel regolamento sulla valutazione (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 20 agosto scorso) la norma che prevede che gli insegnanti di religione partecipino con “diritto di voto” al consiglio di classe in cui avviene la valutazione. Così, elevando l’ordinanza di Fioroni (che riconosceva all’insegnamento di religione crediti formativi) al rango di regolamento, la questione si sottrae alla possibilità di ricorso al Tribunale amministrativo. Un esempio di blindatura da manuale. La scaltrezza e la pervicacia con cui la Gelmini sta portando avanti la sua riforma della nostra scuola è veramente sconcertante. La giustizia viene umiliata in tutte le sue sedi, le sentenze ignorate, i giudici dileggiati, i diritti negati. Nel contempo la scuola precipita nel caos “riformatore” e 18 mila precari, tra docenti e amministrativi, perdono il lavoro. I ricorsi vanno bene, ma non sono sufficienti. Gli insegnanti e gli studenti in molte città d’Italia si stanno già riorganizzando. La mobilitazione, la piazza, la reazione politica è l’unica via per far capire al governo che non può calpestare impunemente i diritti delle persone e le istituzioni che li garantiscono ed è un modo per far sentire ai lavoratori della scuola, agli studenti, ai genitori, a tutti coloro che hanno a cuore la scuola pubblica che Rifondazione, insieme a tutte le forze che sosterranno la Federazione della sinistra di alternativa, è accanto a loro. Condividi