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Da Liberazione del 22 agosto 2009, di Roberto Gramiccia: "Leggendo le pagine di questa breve ma intensa fatica di Giorgio Bonomi, dal titolo La Disseminazione , che felicemente introduce e difende una categoria interpretativa fondamentale per l'arte contemporanea, viene in mente una riflessione. L'idea che la storia della pittura (dell'arte) possa essere distinta - non in senso assoluto ma relativo e tendenziale naturalmente - in tre grandi stagioni. La prima, che ebbe nel Rinascimento il suo motore principale, nella quale gli artisti esercitavano la loro opera e il loro magistero occupandosi della realtà così come "doveva essere" in ragione degli insegnamenti e degli interessi della chiesa e del potere; la seconda inaugurata da Caravaggio che, da autentico rivoluzionario (solo Picasso gli può essere accostato), cominciò a interessarsi della realtà "così com'è oggettivamente"; la terza che può essere fatta nascere con gli Impressionisti, i quali trattarono la realtà così "com'è soggettivamente" e cioè vista prevalentemente (unicamente a volte) dal punto di vista dell'autore. Un processo, dunque, di progressiva smaterializzazione dei codici realizzativi e della "compattezza" stessa dell'opera d'arte. Questo ultimo periodo sancisce la presa di potere assoluto dell'artista che conoscerà il suo apogeo nella stagione delle avanguardie storiche dei primi decenni del secolo scorso. Ora, volendo mettere fra parentesi l'influenza del binomio mercato-tecnologia che - pure - in questo ultimo periodo ha svolto un ruolo tristemente determinante, il tempo che viviamo è quello di un fondamentalismo individualista che vede nella struttura unitaria della "realtà così com'è" piuttosto un disvalore o tutt'al più un mero pretesto per pratiche artistiche oggi ritenute passatiste e retrograde. L'arte cioè diventa molecolare, svapora, non vuole più rap-presentare alcunché ma, semmai, intende presentare la visione del mondo dell'autore e basta. Da questo presupposto prendono spunto le riflessioni puntuali di Bonomi, critico d'arte di formazione marxista (il suo primo libro si intitolava Partito e rivoluzione in Gramsci ) che, gramscianamente appunto, è alieno da qualsiasi visione dogmatica. Piuttosto che derivare le sue analisi da improbabili convinzioni positivistiche, egli valorizza le conseguenze della crisi delle certezze che ha preso le mosse nel Novecento con il superamento della fisica newtoniana, con la relatività di Einstein, con la psicanalisi di Freud e con le filosofie del nulla. A queste crepe sulla superficie compatta di un sapere che sembrava immodificabile si sono aggiunte, negli ultimi sessanta-settant'anni, le voragini aperte da un "progresso" tutt'altro che umanizzante perché piegato sull'interesse dei pochissimi piuttosto che dei molti. Da queste riflessioni nasce Disseminazione che non per niente sceglie un sottotitolo efficacemente descrittivo: "Esplosione, frammentazione e dislocazione nell'arte contemporanea" (Rubbettino, pp. 160, euro 19). In poco più di centocinquanta pagine, riccamente illustrate, Bonomi analizza l'arte contemporanea utilizzando come uno strumento di scasso la categoria della dissémination che già Derrida nel ‘72 e Filiberto Menna nel '78 avevano estratto dalle loro riflessioni. Il merito di Bonomi è quello di attualizzare questa lezione, usando un linguaggio chiaro e tagliente, originale anche e depurato da interessi di bottega. Sincerità e precisione ritagliano il metodo-Bonomi che non ha peli sulla lingua, ad esempio, quando si tratta di ridimensionare il valore di artisti per lui sopravvalutati, come Vanessa Beecroft. Del resto è nota la vivacità polemica e il rigore di questo studioso nel criticare alcuni aspetti deteriori del sistema dell'arte, così poco autonomo dalle influenze del mercato internazionale. E' cosi che attraverso una lettura molto piacevole si dipana la storia degli artisti "disseminatori" a partire dai "pezzetti di carta" gettati a terra da Arp prima che "il caso" li ricollochi a formare il quadro, per continuare con Accardi, Dorazio, Fontana, Castellani, Tony Cragg, Icaro, Paladino, Boltanski, fino a Pino Pinelli che ha fatto della "disseminazione" il fondamento della sua poetica ed ai più giovani come Paola Pezzi, Maurizio Arcangeli e Simona Umberto. L'augurio è che la disseminazione nell'arte non impedisca l'aggregazione di un pensiero estetico capace, almeno, di difendere la sua residua (quando ancora esiste) libertà." Condividi