Ecco i risultati delle proposte agostane dei Nordisti sulla reintroduzione delle gabbie salariali: il Ministro Sacconi ha dichiarato in un’intervista al Corriere della Sera che di quest’ultime non ce n’è la necessità, ma ovviamente i salari vanno differenziati a livello territoriale perché non siano uguali. E il vero banco di prova, sempre secondo Sacconi, sarà l'attuazione dell'accordo separato del gennaio 2009 con i primi contratti di metalmeccanici, alimentaristi, chimici e comunicazioni.
Come se le differenze salariali a livello territoriale non esistessero già! Bene lo sanno lavoratori e pensionati della nostra provincia, che percepiscono già salari, stipendi e pensioni inferiori di circa il 15% rispetto a quelli del centro-nord.
Confindustria e Berlusconi hanno dunque preso la palla al balzo per distruggere definitivamente il contratto nazionale di lavoro e legare così alla “produttività” gli aumenti salariali contrattati in azienda (sempre che in azienda sia presente il sindacato!). Come dire che se i lavoratori vorranno aumenti salariali dovranno lavorare di più. Non c’è da stupirsi più di tanto: Sacconi sta semplicemente continuando quanto iniziato insieme a Craxi con l’abolizione della scala mobile.
Tra i primi a pagare le conseguenze del nuovo modello contrattuale saranno proprio i lavoratori del nostro territorio, perché sottoposti, come al solito, ad una forte pressione occupazionale ed alla minaccia di trasferimento delle imprese.
Per questo Rifondazione comunista di Perugia sostiene che occorrano forti aumenti salariali attraverso l’introduzione di una nuova scala mobile. Dobbiamo lottare uniti sul piano politico, sindacale e sociale contro queste nuove e pesanti offensive contro il mondo del lavoro.
Enrico Flamini
Segretario Provinciale Prc Perugia
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