Da Liberazione del 22 agosto 2009 un articolo di Fulvio Fania sulla tragedia di Ferragosto:
Ma è mai possibile? E' mai possibile non rendersi conto di quale salto indietro abbiamo fatto ad oltre sessant'anni dalla Dichiarazione dei diritti dell'uomo? E' mai possibile che nel trafficato mare tra la Sicilia e l'Africa, solcato da motovedette e navi d'ogni bandiera, siano state affogate le più elementari regole di umanità? E che i corpi martoriati di uomini, donne e bambini in fuga dalla guerra - o anche dalla fame - siano tenuti alla larga come appestati invisibili, da gettare a mare cadaveri o, nella migliore delle sorti, da scaricare allo Stato confinante? Malta dirotta i barconi verso l'Italia, l'Italia rispedisce i disperati in Libia dove troveranno altri patimenti quando non saranno uccisi dalla polizia, come è accaduto il 9 agosto a venti somali. La loro disperazione è diventata merce di scambio tra il nostro governo e Gheddafi. Una volta il dittatore libico si addossa il lavoro sporco di arrestarli per compiacere Berlusconi, un'altra invece li lascia salpare per esercitare pressioni su Roma. L'esito finale è una condanna a morte.
Sono tutte vicende ignobili. Fa bene Avvenire , il quotidiano dei vescovi, ad accostare l'indifferenza di oggi ai silenzi di fronte ai treni dei deportati verso i lager nazisti. Vuol dire che avevano ragione quanti avevano messo in guardia - anche i vertici Cei - dalle nefaste conseguenze che avrebbero provocato le norme di respingimento degli immigrati. Ci riferiamo ovviamente agli accordi tra Italia e Libia. Qui non c'entrano nulla le doverose e tardive riparazioni dell'Italia ai crimini del fascismo. Qui c'entrano piuttosto i patti internazionali contro gli immigrati, qui c'entra la vergogna di chiamarli clandestini arrestandoli come criminali, qui c'entra il considerare reato porgere una mano, una casa, una scuola o una medicina ad uno di questi irregolari. Il governo Berlusconi ha colpe tremende. Ma altri dovrebbero chiedersi se la tragedia non sia cominciata prima, fin dall'idea stessa di accordarsi con la Libia e con altri paesi per fermare gli immigrati nell'illusione che un fenomeno epocale possa essere imprigionato nelle norme di un Protocollo, come quello che fu firmato dall'allora ministro Amato, o nella pretesa Ue di blindare l'Europa.
Quest'ultima tragedia dovrebbe spingere tutti, anche il Pd, a ripensare la propria politica in materia. Ad ammettere che è stato un grave errore avallare il patto italo-libico dell'attuale governo. E che è intollerabile ignorare in quale modo la Libia sta trattando i rifugiati. Quell'accordo è già macchiato di sangue. Non c'è proprio nulla da festeggiare, il 30 agosto, per il suo primo anniversario. E' anzi una vergogna che Berlusconi si accinga ad una nuova parata con Gheddafi a Tripoli, come se nulla fosse. Ancora più sconcertante è che l'amore pecuniario tra i due leader venga celebrato dalle Frecce tricolori, annunciate nella capitale libica due giorni dopo per la festa nazionale del colonnello. Possiamo impedire almeno questa sceneggiata?
Liberazione in questi giorni ha riportato le documentate e coraggiose denunce di "Fortress Europe", purtroppo taciute da quasi tutto il resto dell'informazione. Ora possiamo sperare in un sussulto di mobilitazione di tutte le coscienze oneste, dei giornali più sensibili, dei movimenti? E della politica.Facciamo saltare l'appuntamento di Tripoli: noi ci siamo, prontissimi a dare un aiuto.
Fulvio Fania
22/08/2009
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