Resp. Laicità, nuovi diritti federazione prc Perugia
Coordinamento nazionale forum donne prc
In poche settimane si sono verificate alcune circostanze che richiamano una celebre frase di Hannah Arendt “Giacché anche nei momenti più bui abbiamo diritto a qualche illuminazione”, con cui abbiamo scelto di aprire l’appello al voto per la lista comunista anticapitalista alle elezioni europee.
Il via libera da parte dell’Aifa all’utilizzo della ru486, la vittoria operaia dell’Innse e la sentenza del Tar sull’ora di religione rimandano ad una molteplicità di questioni politiche che non è possibile gerarchizzare in ordine di importanza: Il riconoscimento della libertà e autodeterminazione delle donne, la riaffermazione della soggettività operaia capace di incoraggiare una generalizzazione del conflitto e rimettere al centro pratiche di politica economica dal basso, la laicità come costruzione di uno spazio di etica pubblica dove credenti e non credenti possano sentirsi liberi e confrontare le loro differenti opinioni e visioni del mondo.
I giorni del nostro presente sono caratterizzati da gravissime difficoltà economiche, sociali,geopolitiche e ambientali ed è proprio la loro indissolubile connessione a produrre quella che è crisi di civiltà, difficilmente risolubile per il capitalismo che l’ ha prodotta. Questo scenario, che si è riflesso nell’articolato dibattito prodotto nel corso dell’assemblea del 18 luglio, richiede alla federazione della sinistra d’alternativa, annunciata proprio a partire dalla stessa assemblea, la volontà di comprendere la necessità di muoversi su uno spazio della politica che non è pulito, rigidamente definito, disincarnato e permanente. Lidia Menapace sostiene, prendendo spunto nel proprio ragionamento dai recenti e positivi accadimenti, che le diverse lotte se sconnesse tra loro restano nell’ambito significativo ma angusto delle rivendicazioni, ma se intrecciate in unico e polifonico discorso diventano “politica generale e molteplice”.
Il radicarsi in basso e colpire tanto in alto, ovvero l’azione quotidiana nella materialità dei conflitti e la contemporanea capacità di costruire la narrazione di un altro mondo possibile, sono obiettivi irrinunciabili che si perseguono attraverso il riconoscimento delle diversità e assumendo il senso del limite come principio di realtà che si invera in pratica politica per costruire alleanze e relazioni fra tutte quelle diversità che pagano la crisi sulla propria pelle e costruiscono quotidiane resistenze ad un capitalismo sempre più pervasivo non solo della sfera della produzione ( modificazione dei processi di lavoro ) ma anche degli stessi luoghi della riproduzione sociale, che determinano fortemente l’immaginario politico e sociale.
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