PERUGIA - Tranquilli, la particolare colorazione del tratto del fiume Chiascio compreso tra la diga di Valfabbrica (in Loc. Barcaccia) e Petrignano d’Assisi non è dovuta ad inquinamento di sostanze tossiche, ma piuttosto alla fioritura di alghe. Lo ha accertato l’Arpa Umbria (Sezione Territoriale di Città di Castello – Gubbio) interessata dalla Provincia di Perugia a seguito dell’attività dell’Ente sui corsi d’acqua ed in base ad alcune segnalazioni da parte di pescatori e di alcuni cittadini.
Numerosi sopralluoghi di Arpa e della Provincia hanno permesso di accertare, attraverso indagini e campionamenti, che quella colorazione anomala, un marrone più o meno scuro a seconda della illuminazione e della temperatura, era causata da una fioritura algale a sua volta provocata dal trascinamento di materiale ferroso, ricco di silicio, dovuto ai temporali dei primi giorni di luglio, che ha innescato un processo biologico riconducibile ad un notevole incremento di fitoplancton composto in prevalenza da Diatomee (da qui il colore marrone dell’acqua).
Le acque a valle del bacino artificiale, come risulta dagli accertamenti dell’Arpa, hanno trattenuto, a causa del ridotto deflusso delle acque, i solidi sospesi e per questo le diatomee (normalmente presenti in quantità modesta nei corsi d’acqua) si sono moltiplicate fino a sviluppare, nel corso di due/tre settimane, la fioritura. E’ questa stessa presenza ad escludere l’inquinamento delle acque con sostanze tossiche in quanto, in questa eventuale situazione, le alghe non potevano sopravvivere, né tantomeno fiorire.
Questo è avvalorato anche dalla presenza di colonie di ‘Potamogeton nodosus’ (pianta acquatica superiore) in piena fioritura a valle della diga e di ‘Calopterix virgo’ appena sfarfallati. Si tratta di insetti che depongono le uova in acqua e che passano la maggior parte del ciclo vitale come larve tra la vegetazione acquatica e i sedimenti del letto fluviale. Eventuali patine oleose sono da ascrivere esclusivamente al rilascio di sostanze gelatinose da parte delle diatomee.
Altre analisi chimiche effettuate lungo l’asta del fiume Chiascio hanno evidenziato l’assenza di alterazioni significative (ad eccezione del valore di solidi sospesi evidenziato in prossimità di Valfabbrica causato da una torbidità locale su cui saranno compiute ulteriori indagini).
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