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Patrizia Proietti, segreteria regionale Prc Umbria Già alcuni mesi fa, Rifondazione Comunista aveva gettato l’allarme sulla situazione a dir poco drammatica che la scuola umbra si sarebbe trovata a vivere alla ripresa delle attività in autunno. L'assessore regionale Maria Prodi, infatti, ci fa sapere che, a causa degli tagli del governo, in Umbria 571 insegnanti e 221 lavoratori amministrativi e tecnico ausiliari perderanno il posto di lavoro, andando a rimpinguare la larga schiera di precari a vita senza prospettive e senza speranza. Ma il danno non finisce qui. A fronte della riduzione del numero delle classi, aumenterà il numero delle pluriclassi (soluzione didattica deleteria) e alcuni indirizzi di studio verranno cancellati nonostante siano stati a suo tempo scelti dai genitori dei ragazzi. E ancora: verranno meno le attività di integrazione dei bambini con handicap (il cui numero aumenta del 7% rispetto all’anno scorso) e quelle di ausilio all’inserimento dei bambini extracomunitari e l’attivazione del tempo pieno verrà fortemente ridimensionata. Per non parlare dell’Università di Perugia, che essendo stata relegata tra gli atenei “viziosi” dalla Gelmini, vedrà ridursi in modo cospicuo i finanziamenti ministeriali con ovvie conseguenze sull’offerta formativa. Il governo dell’aziendalizzazione e della privatizzazione ha fatto leva su alcune soluzioni per infliggere alla scuola pubblica un colpo mortale: il maestro unico, la riduzione dell’orario scolastico, l’elevamento del rapporto alunni/classi e alunni/docenti e la riduzione delle istituzioni scolastiche tramite accorpamenti. Per l’Umbria, la cui tradizione è fortemente orientata a garantire il buon funzionamento della scuola pubblica, il bilancio è pesante. E’ necessario, dunque, che le istituzioni si facciano carico di questo problema fino in fondo, attuando in tutti i contesti una pressione forte affinché il pieno diritto allo studio sia garantito e utilizzando tutti gli strumenti a disposizione per opporsi fattivamente ai dictat governativi. La politica, dal canto suo, deve svegliarsi dal torpore estivo, recuperare il rapporto con la società, con gli studenti, con gli insegnanti, con i genitori e mettersi al loro servizio nella lotta contro lo smantellamento della scuola pubblica e contro la deregolamentazione dello Stato che Berlusconi e i suoi stanno pervicacemente portando avanti. L’opposizione della minoranza parlamentare non è sufficiente, se non altro perché il PD lascia ampi spazi alla mediazione su un tema che il PRC considera invece irrinunciabile. La mobilitazione contro la politica del governo, contro la riforma Gelmini è l’unica via per far sentire di nuovo la voce di chi ormai non ne ha più, di chi si vede sottratto ogni giorno un diritto per la cui conquista intere generazioni hanno lottato. Rifondazione comunista sa da che parte stare, come lo sanno tutti i soggetti che sono ora impegnati nella costruzione della Federazione della sinistra di alternativa. Quest’autunno può rappresentare un ottimo banco di prova per dimostrare che la sinistra, checché ne pensi il PD, serve. Serve a tutti coloro che pensano che la scuola è di tutti. Condividi