CITTA' DI CASTELLO - Mauro Alcherigi, capogruppo consiliare di Rifondazione Comunista al Comune di Città di Castello, ha rotto gli indugi presentando all'esame del civico consesso un ordine del giorno sul quale chiede un pronunciamento in merito alla discussa decisione di Umbra Acque Spa di richiedere il pagamento di un deposito cauzionale agli utenti che non si adegueranno all'intimazio ne di pagare le bollette tramite conto corrente. Alcherigi parte dalla premessa che l’acqua è il bene comune primario dell’umanità, la cui fruizione deve essere universale e scevra da qualsiasi manovra speculativa e che la decisione in questione appare per questo ingiustificata, vessatoria e di dubbia legittimità giuridica, visto che l’azienda “Umbra Acque S.P.A.” gestisce la distribuzione della risorsa acqua tramite la rete pubblica degli acquedotti, con costi di gestione interamente coperti dalle tariffe applicate e, quindi, senza alcun rischio d’impresa che comporti l’attivazione di depositi cauzionali pagati dall’utenza. Inoltre, si afferma ancora nel documento, "questa misura rischia di ricadere sulle fasce più deboli della società, persone anziane, precari, disoccupati, più in generale su quanti non sono grado di aprire e mantenere un conto corrente". Ritenuto perciò che i cittadini umbri, come tutti i cittadini italiani, abbiano "sperimentato negli ultimi anni, con le privatizzazioni che hanno interessato la gestione dell’erogazione dell’acqua, pesanti rincari del servizio, a fronte di miglioramenti qualitativi o inesistenti, o impercettibili, o del tutto inadeguati rispetto ai bisogni dell’utenza e ai canoni di una gestione efficace ed efficiente ( vedi il capitolo delle perdite d’acqua lungo la rete di distribuzione, tutt’altro che risolto nonostante i pesanti rincari tariffari", con questa sua iniziativa Alcherigi chiede al consiglio comunale di impegnare la Giunta tifernate su le sueguenti due questioni: 1 - ad intervenire sull’Azienda “ Umbra Acque S.P.A. “, affinchè la decisione di istituire il suddetto deposito cauzionale venga annullata, in considerazione di quanto prima affermato e nella ferma convinzione che le pubbliche istituzioni, pur non direttamente responsabili della gestione del ciclo delle acque ( per effetto della Legge Galli del 1994 ), non possono tuttavia esimersi dal prendere posizione contro misure vessatorie e soprusi commessi a danno dei cittadini; 2 - a prendere contatti con le diverse associazioni di utenti e consumatori, costituendo un’estesa rete di relazioni, al fine di rendere più efficace la pressione volta all’abolizione del deposito cauzionale in questione. Condividi