Nel dettaglio, sottolinea la Cgia, i dati relativi al 2005 evidenziano (le cifre indicano rispettivamente il tasso di irregolarità in percentuale delle unità di lavoro non regolari su quelle regolari e le unità di lavoro non regolari espresse in migliaia) per la Calabria 26,9% e 175,2; per la Sicilia 21,4 e 326,3; per la Basilicata 20,1 e 43,6; per la Campania 20 e 356,2; per la Sardegna 19,4 e 117,6; per il Molise 18,6 e 22,2; per la Puglia 16,4 e 213,6; per la Liguria 12,5 e 81,3; per l'Abruzzo 12,5 e 62,7; per l'Umbria 12,3 e 45,8; per il Lazio 11,9 e 280,3; per la Valle d'Aosta 10,8 e 6,6; per il Friuli Venezia Giulia 10,2 e 57,6; per il Piemonte 9,7 e 189,6; per le Marche 9,5 e 67,8; per Bolzano 9,1 e 23,4; per la Toscana 9 e 148,8; per Trento 8,8 e 20,5; per il Veneto 8,7 e 197; per l'Emilia Romagna 8 e 166; per la Lombardia 7,8 e 349,2. Il totale per l'Italia è 12,1 e 2951,3. Nel Nord-ovest 8,8 e 626,7; nel Nord-est 8,6 e 464,5; al Centro 10,7 e 542,7; nel Mezzogiorno 19,6 e 1317,4.
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